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giovedì 5 giugno 2014

LA FUNZIONE DELLA TELEVISIONE,LA GUERRA PSICOLOGICA SULLE MASSE








prefazione:

 Molti credono che la televisione e i mezzi di intrattenimento in generale,che oramai hanno saturato la nostra società,siano li per distrarre,intrattenere,divertire o per i più smaliziati,addirittura informare.Questo non è neanche lontanamente vicino alla realtà dei fatti.In effetti prendendo ad esempio la televisione,quale elettrodomestico che non può mancare in ogni casa,è un mezzo di propaganda del regime autoritario usuraio,e i suoi effetti di propaganda e guerra psicologica,sono cosi devastanti quanto invasivi,che molte persone sono state addirittura,portate a credere che sia uno svago e che che le informazioni che ricevano siano veritiere o quantomeno reali da un certo punto di vista.Ebbene avere questo ordigno malefico in casa senza sapere queste basilari informazioni,vuol dire aver ceduto la propria mente al sistema potere stesso,e i suoi risultati purtroppo sono visibili nella società degenerata e istupidita che vediamo ogni giorno.

Il mezzo televisivo è stato destinato fin dalla sua nascita,alla propaganda di massa,e poi aggravato da tecniche di guerra psicologica,affinatesi negli anni,da esperti di ingegneria sociale a livello militare.
Se il potere avesse voluto creare una propaganda di regime usando la forza,le masse avrebbero capito e si sarebbero ribellate,per questo motivo usano sempre una certa gradualità e l'inganno, affinché le masse si abituino e prendano fiducia.
Tenendo conto di quanto detto,la nascente televisione è stata fatta prima desiderare,cominciando a farla penetrare nella società gradualmente,come frutto di una scoperta tecnologica,un mezzo informativo per la società cosiddetta "moderna".
Nei primi anni 60 quando il fenomeno della televisione stava prendendo piede in Italia,si poteva vedere soltanto nei bar o in alcuni locali pubblici,dove le masse andavano appositamente, per vedere qualche programma televisivo di quegli anni,già veniva fatto passare come un mezzo innocuo,che si potevano permettere soltanto le persone benestanti,dato che aveva un certo costo all'inizio.Da qui fatto poi divenire appositamente uno status quo;
Con il conseguente boom economico,seguito da una certa cultura  consumistica,che già veniva inoculata alle masse, il prezzo dei televisori scese,e nelle case degli italiani questo "strumento di propaganda",cominciava ad essere sempre più presente.
Le prime programmazioni televisive,avevano una certa qualità,perché non dovevano insospettire le masse,e quindi doveva sembrare un elettrodomestico comune,che a differenza della lavatrice o del forno,servisse ad intrattenere ed informare.
Gradualmente la programmazione comincio ad allargarsi,si comincio ad occuparsi di cronaca nera,omicidi,stupri,stragi ecc.,questo perché parte della manipolazione psicologica in atto,per creare sensi di frustrazione,rassegnazione al male,diffidenza l'un con l'altro,sfiducia,materialismo,iniettare energie negative nella società e molto altro.Questo solo un esempio delle tante tecniche di manipolazione che potremmo descrivere.

Oggi ci troviamo con questo mezzo di propaganda e distorsione della realtà in ogni casa,che manipola,censura,inganna,distorce il vero,degenera,e sparge il suo putrido letame ovunque,gestito dai servizi segreti,con la complicità dei scribbacchini mediatici,clown,pervertiti e puttane che ad ogni ora del giorno,istupidiscono e divorano le menti della gente.
Il potere usuraio globalista,si avvale di questo potente mezzo per avanzare nella sua agenda.
Senza il supporto dei media,non potrebbero mai operare contro le masse,e grazie a questa copertura,che essi possono agire in modo indisturbato.
Ed è per questo che i media,devono essere un obbiettivo primario,strategico militare,per ogni vero movimento e resistenza contro il sistema.
Tutti questi ingannatori di professione,che affollano i tele giornali nei loro nauseabondi studi televisivi,non possono essere più lasciati agire indisturbati,ogni loro menzogna non è solo alto tradimento contro il popolo,truffa aggravata,usura e molto altro,ma costa la vita di altri esseri umani,che per le loro menzogne e manipolazioni subiscono gravi abusi,devono vedere nelle loro terre guerre di invasione,colpi di stato  effetuati da mercenari e tagliagole della NATO,vengono fatti passare per rivoluzioni civili,massacri di migliai adi gente senza che nessuno sappia niente,anzi che addirittura le vittime vengano fatti passare per i carnefici.

 "Niente di più feroce della banalissima Televisione".
Pasolini


white wolf

 

 

 

 

La guerra psicologica sulle masse

 

 

 

 

 

-Al Qaeda, sventati piani attacchi in Francia, Germania e Gb

- Niger: Francia attende richieste di al-Qaeda su ostaggi

- Afghanistan/ inglese rapita, i talebani vogliono ‘Lady Al Qaida’

- Islamabad: ucciso il capo di al Qaida in Afghanistan e Pakistan

- Donne kamikaze, Europa a rischio “Al Qaeda punta a terrorizzarci”

- Mali, due civili uccisi in raid Mauritania contro al Qaeda

- Yemen, esercito libera la provincia di Shabwan da milizie di al-Qaeda

- Niger: Kouchner, al Qaeda probabile responsabile rapimento francesi
- Allarme negli USA: Al Qaida cerca terroristi già residenti

- Iraq: al-Qaeda rivendica duplice attentato di domenica a Baghdad

Questi sono solo alcuni dei titoli comparsi in questa settimana sui principali quotidiani nazionali.




Il problema è che Al-Qaeda non esiste più almeno dal 2002. Proprio così. A dirlo non sono io, ma, come già evidenziato da un precedente articolo di Maurizio Blondet
(«Al Qaeda non esiste»: i servizi francesi parlano) il capo dei servizi segreti francesi davanti al senato:

“Il 29 gennaio 2010 la Commissione Affari Esteri convoca Allain Chouet, già capo della DGSE (Direction Générale de la Sécurité Extérieure, il controspionaggio francese, ndr) per dare una sua valutazione sul ‘Medio Oriente nell’ora del nucleare’. Ecco come esordisce monsieur Chouet: ‘Come molti miei colleghi professionisti nel mondo, ritengo, sulla base di informazioni serie e verificate, che Al Qaeda sia morta sul piano operativo nelle tane di Tora Bora nel 2002… Sui circa 400 membri attivi dell’organizzazione che esisteva nel 2001, meno di una cinquantina di seconde scelte (a parte Osama bin Laden e Ayman al-Zawahiri che non hanno alcuna attiduine sul piano operativo) sono riusciti a scampare e a scomparire in zone remote, vivendo in condizioni precarie, e disponendo di mezzi di comunicazione rustici o incerti’”.

“Non è con tale dispositivo che si può animare una rete coordinata di violenza politica su scala planetaria. Del resto appare chiaramente che nessuno dei terroristi autori degli attentati post-11 settembre (Londra, Madrid, Sharm el-Sheikm, Bali, Casablanca, Bombay, eccetera) ha avuto contatti con l’organizzazione. … Tuttavia, si deve constatare che tutti, a forza d’invocarla ad ogni occasione e spesso fuori proposito, appena un atto di violenza è commesso da un musulmano, o quando un musulmano si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato, o anche quando non ci sono musulmani affatto (come negli attentati all’antrace in USA), a forza d’invocarla di continuo, certi media o presunti ‘esperti’ di qua e di là dell’Atlantico, hanno finito non già di resuscitarla, ma di trasformarla come quell’Amedeo del commediografo Eugene Ionesco, quel morto il cui cadavere continua a crescere e a occultare la realtà, e di cui non si sa come sbarazzarsi”.

Dunque Al qaeda non esiste più sin dal 2002. Eppure i nostri media, i nostri governi, se non ogni giorno, sicuramente ogni settimana ci ripropongono questo nemico inesistente. Perché?

La risposta è semplice: perché siamo gli obiettivi di una guerra psicologica e, in questo caso, la tecnica utilizzata si chiama meccanismo della ripetizione (si ripetere un fatto non vero così spesso da farlo diventare reale).

La Guerra psicologica consiste nell’uso pianificato di operazioni psicologiche allo scopo principale di influenzare opinioni, emozioni, atteggiamenti e comportamento delle masse.





 
ripetere una menzogna all'infinito,ancora e ancora,finche non diventa verità



Condizione necessaria perché le operazioni di guerra psicologica possano aver successo è quella di creare nella popolazione obiettivo frustrazione insicurezza e paura. Queste condizioni, infatti, riducono l’uomo ad uno stato di sottomissione in cui le sue capacità di ragionamento sono annebbiate e in cui il suo responso emotivo a vari stimoli e situazioni diventa non solo prevedibile ma sagomabile.

Per creare frustrazione, insicurezza e paura si devono creare all’interno del paese le seguenti condizioni:

Inflazione

tassazione non equa;

concussione e corruzione

scarsezza di uomini nelle forze dell’ordine

appoggiare forme di sanzione o altro

scarsezza di necessità primarie come di abitazioni e altro

fomentare l’intolleranza razziale e religiosa

disunità politica e mancanza di fiducia nei capi

mancanza di risorse che possono sostenere l’economia

azioni di terrorismo e di violazione dei diritti umani.
Create queste condizioni l’operatore di guerra psicologica può iniziare il suo lavoro.

I mezzi primari di manipolazione mentale sono la scuola, la televisione e l’industria dell’intrattenimento (altri sono la droga, l’alcool, gli psicofarmaci e l’alimentazione).

Della scuola abbiamo già parlato in un precedente articolo sottolineando come questa operi per:

- Insegnare lo stretto necessario perché la popolazione possa essere produttiva nei termini e nei modi voluti dal potere

- imporre sistemi d’istruzione che sono volti a uniformare e conformare la popolazione evitando accuratamente di insegnare le materie che sviluppino la capacità di ragionamento (dialettica, retorica, logica, ecc.), ovvero quelle materie che sviluppano il pensiero critico, autonomo;

- instillare nei giovani quei preconcetti, pregiudizi e stereotipi su cui poi conformeranno tutte le loro esperienze.

La funzione esercitata dalla scuola, che ha il vantaggio di poter agire sui bambini e i giovani, maggiormente ricettivi all’instillazione di pregiudizi e stereotipi, è importantissima dal momento che l’operatore di guerra psicologica, per poter operare con successo, deve poter contare su una popolazione che risponde a determinate sollecitazioni, ovvero per poter manipolare deve conoscere il modello di comportamento della popolazione, i modi di comunicazione, le motivazioni poste alla base del loro agire.

Preparato il terreno dalla scuola, arriva la manipolazione attraverso i media. Strumento fondamentale di guerra psicologica dal momento che la nostra mente, tendenzialmente pigra, è attratta da tutto ciò che non richiede lo sforzo di pensare. Oltre a ciò è mediamente consapevole di 200 bits di informazioni su 400 miliardi che il cervello elabora in un secondo. Ovvero siamo consapevoli di mezzo miliardesimo di ciò che avviene nel nostro cervello. Tutto il resto ci condiziona senza che ce ne accorgiamo.

Le principali tecniche di manipolazione attraverso i media sono:

- creare un messaggio credibile

- usare il linguaggio giusto

- creare un ampio numero di fonti di informazione

- creare opinion leader

- attivare il meccanismo della ripetizione

- operare debunking.

Vediamole nel dettaglio:


Creare un messaggio credibile

L’operatore di guerra psicologica che, come abbiamo detto, conosce gli schemi su cui si muove la popolazione, deve creare messaggi credibili.




Attenzione, il messaggio deve essere credibile, non vero.

Anzi, spesso, la verità toglie credibilità al messaggio. Le menzogne sono più attraenti della verità perché fanno leva sulle nostre speranze, sui nostri pregiudizi, ecc... La verità, invece, ha la sconcertante abitudine di metterci davanti all’imprevisto, a ciò a cui non eravamo preparati e che, tendenzialmente quindi, rifiutiamo. L’operatore di guerra psicologica, che sa perfettamente che la maggior parte del pubblico non è alla ricerca della verità, ma di ciò che le permette di non uscire dagli schemi psichici indotti, su queste basi manipola la realtà. Facciamo un esempio.

La sera del 10 aprile 1991 140 persone morirono bruciate sul Moby Prince davanti al porto di Livorno. Se si domanda a qualcuno cosa causò la tragedia ancora oggi si sente rispondere: c’era una fitta nebbia, l’equipaggio, davanti alla televisione a vedere la semifinale di Coppa delle Coppe Juventus-Barcellona, e non si era accorto della petroliera Agip Abruzzi entrando con questa in collisione. Tutto ciò è falso. Dagli atti e documenti processuali è emerso che:

- quella sera la visibilità era perfetta, nessuna nebbia né prima, né durante né subito dopo la collisione (come dimostrano foto, e video amatoriali, uno dei quali trasmesso anche dal TG1);

- nessuno dell’equipaggio stava guardando la partita (nella cabina di comando non vi erano televisori);

- l’impatto non è stato improvviso. Tutti i passeggeri erano nel salone De Lux (stanza provvista di porte tagliafuoco) con bagagli e giubbotti di salvataggio. Questo significa che erano stati richiamati dalle cabine presso cui si trovavano, alcuni stavano mettendo a letto i bambini visto che tutto è successo dopo le dieci di sera, invitati a rifare i bagagli, indossare i giubbotti e radunarsi nel salone, là dove sono stati trovati. Nessuno dei corpi presentava traumi.

Difficile conciliare tutto ciò con un impatto improvviso causato dalla negligenza del personale che guardava la partita, ma nella memoria collettiva è rimasto quella notizia: la tragedia è avvenuta perché l’equipaggio guardava la partita di calcio. Perché? Perché il messaggio selezionato dall’operatore era assolutamente credibile, mezza Italia si ferma davanti ad una semifinale di Coppa delle Coppe.

 

Usare il linguaggio giusto

Come abbiamo accennato l’uomo vede il mondo in termini di precedenti esperienze, pregiudizi e stereotipi. Oltre a ciò, avendo una mente tendenzialmente pigra è attratto da tutto ciò che gli permette di ridurre problemi complessi in formule semplicistiche (tecnica che serve anche a costruire e ad alimentare a dismisura il nostro ego facendoci credere di essere intelligentissimi e di aver capito tutto). L’operatore di guerra psicologica risponde a questa esigenza usando le parole.

Gli stereotipi sono parole o frasi così intimamente associate ad idee o credenze comunemente accettate da essere di per se stesse convincenti senza bisogno della ragione o dell’apporto dell’informazione. Esse fanno appello a quelle emozioni quali l’amore per la patria, il desiderio di libertà, ecc.. Ovvero si accettano senza sottoporle ad un ragionamento operando su di esse un transfert. Proprio per questo gli stereotipi sono lasciati volutamente vaghi, affinché l’uditore possa interpretarli in maniera personale.

Anche in questo caso facciamo un esempio. I nostri telegiornali, parlandoci del conflitto in Iraq usano il termine guerra di liberazione; in realtà si tratta di una guerra di aggressione preventiva, illegale e criminale secondo il diritto internazionale. Le truppe dei Paesi invasori al telegiornale diventano truppe alleate, mentre i combattenti iracheni vengono definiti fedelissimi di Saddam, per condizionare i telespettatori e far pensare che siano uomini che combattono per difendere un criminale, non il loro Paese.

 

Creare un ampio numero di fonti di informazione

L’uditorio non deve avere la sensazione di essere controllato. L’operatore di guerra psicologica crea, quindi, un ampio numero di fonti d’informazione, i cui messaggi devono essere leggermente diversi, ma condizionare tutti allo stesso modo, così da dare la sensazione all’obiettivo di stare scegliendo di propria volontà tra diverse opzioni e programmi (basti pensare ai telegiornali, non solo danno le stesse notizie, ma, spesso, hanno anche la stessa scaletta).

 

Creare opinion leader

L’operatore di guerra psicologica sa perfettamente che gli opinion leader, hanno il potere di influire sull’opinione pubblica quanto le personalità politiche ed allora li crea. Sono quelle persone che compaiono in tutte le trasmissioni televisive e la cui fama viene costruita dai media. Vengono presentati come esperti del settore, opinionisti, ma difficile per il telespettatore dire se l’opinionista sia diventato esperto del settore perché è comparso in televisione o sia comparso in televisione perché realmente era un esperto del settore.

 

Attivare il meccanismo della ripetizione

Creata la realtà voluta l’operatore di guerra psicologica deve attivare il meccanismo della ripetizione, ovvero deve ripetere un fatto non vero così spesso da farlo diventare reale, come nel succitato caso di a Quaeda.

 

Operare il debunking

Il debunking è una forma di manipolazione che consiste nello smontare e confutare teorie ed informazioni che vanno contro l’informazione (leggi manipolazione) ufficiale, ovvero la cosiddetta controinformazione.

L’opera del debunker è di fondamentale importanza per la guerra psicologica; egli opera con messaggi semplici, prevalentemente diretti a livello emotivo con ganci diretti all’inconscio, ovvero a quei pregiudizi e stereotipi inculcati sin dai tempi della scuola e rinforzati quotidianamente dai media.

Normalmente il messaggio, teso a screditare la fonte di controinformazione del debunking, si apre con un attacco sul piano personale, ovvero etichettando la persona con insinuazioni varie. Le principali etichette sono: bugiardo, paranoico, complottista, affetto da delirio di persecuzione, mitomane in cerca di pubblicità, euroscettico, conservatore, nazionalista, xenofobo, razzista, fascista, antisemita, fondamentalista, comunista, ecc..

Tali parole (etichette) hanno la capacità, inserendosi in automatismi creati sin dalla scuola, di impermeabilizzare la nostra mente , ovvero neutralizzare a priori ogni possibile apporto ad un pensiero diverso.

Queste sono le principali tecniche di manipolazione mentale.

Ora che si conoscono le tecniche ci si può difendere. Come?

Ad esempio:

- quando i media trasmettono notizie come quelle su Al Qaeda ci si deve domandare cosa vogliono ottenere terrorizzando la popolazione. Vogliono far passare leggi che elidano ancora di più i diritti fondamentali dei cittadini? Si tratta di un falso bersaglio, ovvero desiderano attirare l’attenzione della massa su un fronte per operare indisturbati su un altro?

- Quando una persona in un dibattito non confuta i fatti ma si affida a frasi generiche e banali con ganci chiaramente emotivi si deve cambiare canale ed approfondire personalmente la questione. Stessa cosa si deve fare tutte le volte che qualcuno, invece di contestare nel merito un’affermazione, attacca sul piano personale etichettando l’interlocutore allo scopo di delegittimarlo;

- si deve analizzare sempre il contenuto di ciò che viene detto, ovvero verificare se si tratta solo di forma (parole inutili e stereotipi) o vi è anche sostanza, ecc…


Gli esempi potrebbero essere infiniti ma tutto si riduce, in fondo, ad una sola cosa: ci dobbiamo riappropriare della capacità di pensare.



articolo di: Solange Manfredi

1 commento:

  1. Ottimo dossier sulle serie tv all'interno del nuovo numero di Focus: personaggi, costruzione trama, organizzazione e soprattutto che zone del nostro cervello stimolano...

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