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giovedì 23 maggio 2013

I "PROTOCOLLI" dei Savi Anziani di Sion.


 

I "PROTOCOLLI"

dei Savi Anziani di Sion.

 

 




Ovunque andrete, ovunque sarete,questa cospirazione vi sarà sbattuta davanti ai vostri occhi,essa è in atto anche ora,nelle sue fasi finali.
La crisi economica del 2008, che sta devastando il mondo,impoverendo e depredando intere nazioni,è stata progettata e creata per chiudere il piano secolare di dominio totale del mondo,da parte di una elite globalista satanica,che si nasconde nelle tenebre, come i vermi e i vili si nascondono nelle viscere della terra.Essi si confondono con l'uomo ma non sono come noi,essi però dividono l'uomo dall'uomo,e solo in questo modo enfatizzando la dualità essi riescono a dominare le masse.I loro servi mediatici o gli intellettuali genuflessi ai loro piedi,vi diranno che non esiste nessun complotto,che questi protocolli sono falsi e altre menzogne che escono dalla bocca dei loro servi,ma questi vermi pero si guardano bene a mostrare le parole profetiche dei protocolli,sanno chiaccherare del nulla come si addice agli idioti,ma mai vi mostreranno e discuteranno del vero,della verità scritta in questi testi, ebbene si!!! leggeteli fino in fondo e allora capirete cosa si cela dietro l'inganno mostrato e amplificato dal circo mediatico,vedrete con i vostri occhi quale opera demoniaca si sta compiendo,e verso quale catastrofe immane stiamo andando.Solo allora troverete la verità pura e distruttrice di ogni menzogna o oscurità,allora troverete la risposta e il furore arriverà ad ardere nei vostri cuori,e la risposta può essere solo una: distruzione totale del sistema satanico vigente,con i loro servi e  traditori schifosi,vi è solo una cura a tutti i mali,l' estirpazione di questo cancro in fase terminale,come il veleno viene estirpato dalla ferita,come gli anticorpi contro un virus.L'unita e la lotta devono convogliare verso l'obbiettivo comune,nessuna pietà contro i servi e i loro padroni.

Noi lupi bianchi ,vogliamo che questo documento sia in ogni casa,ogni ufficio,ogni uomo veda e parli di questo,presto vi saranno bandiere con scritto Italia risvegliata,a dimostrazione della ritornata combattività e volontà distruttrice,e questa volta annienteremo questa accozzaglia di vermi una volta per tutte, noi lo vogliamo e cosi sarà.
white wolf



Condividete il documento,stampatelo e datelo a più persone possibili,il nazismo e l'odio contro il popolo ebraico non ha nulla a che fare con la verità,e con questo documento.Qui si sta parlando di una elite che tiene prigioniero anche il popolo ebraico,e odia tutto il mondo, la scusa di antisemitismo o di nazismo è solo una censura della reale condizione dei fatti,si parla di una aristocrazia elitaria che deriva dai tempi dei sumeri/babilonia,seguendo una linea di sangue e una specifica linea genetica, sono arrivati sino ai nostri tempi,e oggi come allora vogliono chiudere il cerchio instaurando una tirannia globale satanica,con a capo l'anticristo sul trono del mondo.E' ora di agire i compromessi sono spezzati.

white wolf







Il modo con cui tutta l'esistenza di un popolo può reggere su una menzogna eterna, è posto mirabilmente in chiaro dai Protocolli dei Savi Anziani di Sion, che gli ebrei perseguitano con il loro odio più profondo. Essi si fondano su una falsificazione, lamenta piagnucolando la Gazzetta di Francoforte; ed in ciò sta la prova migliore che sono veri. Ciò che molti ebrei saprebbero fare inconsciamente, è qui consapevolmente dichiarato. Non importa invece sapere da quale cranio giudaico siano uscite tali rivelazioni; è essenziale però il fatto che essi scoprano, con orrenda sicurezza, la natura e l'attività del popolo ebraico, e li espongano nei loro rapporti intimi e nei loro scopi finali. La miglior critica è fatta naturalmente dalla realtà. Colui che esamini lo sviluppo storico degli ultimi cento anni, alla luce di questo Libro, capirà subito la ragione delle alte grida levate dalla stampa giudaica; quando questo libro diventerà breviario di tutto il popolo, il pericolo ebraico potrà essere considerato scomparso.


Hitler "Mein Kampf" Vol.1.Cap.XI.



L'importanza di questo Documento potrebbe difficilmente venire esagerata o sminuita; esso ha, come pochi altri, il valore di uno stimolante spirituale, che rivela orizzonti insospettati e attira l'attenzione su problemi fondamentali d'azione e di coscienza, che, soprattutto in queste ore decisive della storia occidentale non possono essere trascurati o rimandati senza pregiudicare gravemente il fronte di coloro che lottano in nome dello spirito, della Tradizione, della civiltà vera.

Due punti vengono particolarmente in risalto nei Protocolli, il primo si riferisce direttamente alla questione ebraica, il secondo ha una portata più generale, e conduce ad affrontare il problema delle vere  forze in atto nella storia e dietro la storia. Per un giusto orientamento, occorre innanzitutto affrontare il famoso problema dell'Autenticità del documento, problema su cui si è voluto, tendenziosamente, concentrare l'intera attenzione, misurando su di esso, e subordinandogli in modo davvero puerile, la portata e la validità dello scritto. Si può infatti negare a priori l'esistenza di una qualunque direzione segreta degli avvenimenti storici, ma se si ammette che essa esista, allora ci si impone un genere di ricerca ben diversa da quello basato sul Documento fisico, nel senso più grossolano del termine.

Qui sta il punto nodale che limita la portata della querelle sull'autenticità: nel fatto che nessuna organizzazione veramente e seriamente segreta, quale che sia la sua natura, lascia dietro di sé documenti scritti. Solo un procedimento induttivo può dunque precisare la portata di testi come i Protocolli, e ciò significa che il problema della loro autenticità è secondario, rispetto a quello della loro veridicità. Giovanni Preziosi, già nel febbraio 1921, pubblicando per la prima volta il Testo in Italia, aveva messo bene in rilievo questo punto, tagliando corto  con una semplice affermazione:

Il suddetto dibattito verte sull'autenticità materiale del documento, cioè se realmente gli Anziani di Sion si siano radunati in tale anno e luogo ed abbiano redatto, parola per parola, quei Protocolli. Ma un'altra questione, meno formale e più sostanziale si impone: quella della loro veridicità. Nessuno nega che un programma reso pubblico nel 1905 abbia oggi il suo pieno, stupefacente, spaventoso adempimento, e non solo in generale, ma in molti punti particolari.

O il documento è formalmente autentico, o fu compilato su vari documenti autentici e su informazioni sicure, dando a queste membra sparse unità di corpo. Ora ogni individuo intelligente e onesto, troverà che in entrambe i casi il documento è prezioso.

Quand'anche i Protocolli non fossero autentici ,nel senso limitato di una provenienza disomogenea del documento cartaceo originario, è come se lo fossero per due ragioni capitali e decisive:

1. Perché i fatti ne dimostrano la verità.

2. Perché la loro corrispondenza con le idee- madre dell'Ebraismo tradizionale e moderno è incontestabile.

Dato che si è molto parlato del Processo di Berna, provocato appunto dai Protocolli, sarà bene dire qualcosa in proposito. Il processo di Berna non è stato che una manovra dell'Ebraismo Internazionale, che si è servito della giustizia Svizzera, o meglio di un giudice svizzero marxista, per ottenere una specie di ratifica ufficiale giuridica della non autenticità di questo documento; vera spina nell'occhio di Israele. Che si sia trattato proprio di una manovra, risulta dall'illegittimità stessa di sollevare, a Berna, la questione della autenticità dei Protocolli. La corte di Berna aveva difatti accolto l'accusa, avanzata da alcune comunità israelitiche, contro un certo Silvio Schnell, che in una riunione nazionalista aveva diffuso alcune copie della edizione tedesca dei Protocolli, in base all'art.14 della legge del Cantone di Berna, concernente la sobillazione a mezzo stampa e letteratura immorale.

Su questa base, a rigor di legge, la corte di Berna non avrebbe dovuto interessarsi al problema dell'autenticità o meno dei Protocolli, ma sarebbe stata tenuta a decidere se essi sono, o meno, atti a sobillare una parte della popolazione svizzera contro l'altra. E' l'ebraismo che ha cercato di sviare il processo, concentrandolo sul problema dell'autenticità del documento, per venire alla conclusione desiderata.

Sono significative, a tale riguardo, le parole del Gran Rabbino di Stoccolma:

Questo non è un processo contro Schnelle e i suoi compagni, ma quello di tutti gli israeliti del mondo contro i loro detrattori. Sedici milioni di israeliti hanno gli occhi fissi su Berna.

Dopo un annoso procedimento, il procedimento in prima istanza si concluse con la condanna dello Schnelle da cui gli Ebrei trassero gongolanti la conclusione che i Protocolli fossero ormai liquidati.

Trionfo di breve durata. In seconda istanza, nel novembre 1937, il tribunale di Berna ha cancellato il precedente giudizio, prosciolto Schnell dall'accusa, condannato le comunità ebraiche accusatrici al pagamento delle spese, ed ha dichiarato estraneo alle sue spettanze pronunciarsi come che sia sulla questione dell'autenticità.

Il fronte ebraico aveva cercato di raggiungere i suoi fini con due mezzi: Delle false testimonianze, e la Tesi del plagio. Una certa signora Kolb, alias principessa Radziwill, già processata per truffa  e condannata per falso, depose con una testimonianza, abilmente concertata con quella di una sua amica e di un certo conte Du Chayla, personaggio esso stesso più che sospetto, di paranoico, avventuriero e traditore, graziato della pena capitale, di sapere che i Protocolli erano stati compilati a Parigi verso il 1905, da tre agenti della polizia segreta russa, allo scopo di fomentare la campagna antisemita. Ebbene, è risultato che questo testo, già nel 1895 era in possesso di un certo Stephanoff, nel 1902 di Nilus, e che nel 1903 era già uscito integralmente sul giornale russo Snamja; dunque due anni prima della sua presunta compilazione a Parigi!

Inoltre è stato dimostrato che nessuno dei tre personaggi russi: Rotshkowskij, Manuiloff e Golowinsky, si trovavano a Parigi all'epoca in cui, secondo la signora Kolb, essi avrebbero inventato i Protocolli.

Quanto poi all'introdurre la questione del plagio, si tratta di un equivoco mirato, che vuole indurre a considerare i Protocolli come una qualsiasi Opera letteraria, di cui un qualche autore possa reclamare la paternità o i diritti. Ora, già nel 1921 il Times aveva sollevata la questione del plagio, per il fatto che il testo riporta idee e frasi di un pamphlet di un certo Jolly, egli stesso semi ebreo, rivoluzionario e massone, uscito nel 1865, e trattante i mezzi da utilizzare per una politica machiavellica di dominio. Una tale corrispondenza, è vera, ma questo presunto Plagio, nemmeno si restringe alla sola opera di Jolly, estendendosi a diverse altre opere preesistenti. Ma cosa vuol dire questo?

Per decidere la questione, se i Protocolli corrispondano o no ad un programma formulato da una certa organizzazione occulta per il dominio globale, anzitutto è indifferente che l'autore li abbia creati e stesi di sana pianta oppure che, per compilarli, si sia servito anche di idee ed elementi di altre opere, commettendo così, dal punto di vista letterario, un Plagio.

La polemica antisemita ha effettivamente individuato tutta una serie di fonti antecedenti dei Protocolli, le quali traggono la loro ispirazione generale da un'unica corrente di idee e riflettono spesso, in forme romanzate, la confusa sensazione di una verità: che tutto l'orientamento del mondo moderno, risponde ad un piano stabilito e realizzato da una certa organizzazione misteriosa.

Per tale via, dal problema dell'autenticità, ci si trova risospinti in quello della veridicità. Circa il primo, il risultato del processo di Berna è che all'accusa non è riuscito di dimostrare che i Protocolli sono Falsi.

Malgrado ogni sforzo dell'ebraismo, le testimonianze concertate, la tesi del plagio ,i documenti tendenziosi offerti dai Soviet, le perizie del Loosli, noto filo semita ,e così via, la prova di falsità non è riuscita. La questione dell'autenticità è quindi liquidata, cioè subordinata ad una prova duplice di carattere superiore: attraverso i fatti e attraverso l'essenza dello spirito ebraico. Sgombrato il campo, diciamo  che nei Protocolli  si tratta di una guerra occulta, avente per obbiettivo la distruzione completa di tutto ciò che nei popoli non ebraici è tradizione, casta, aristocrazia, gerarchia, come pure di ogni valore etico, religioso, sovra- materiale.

A tale scopo una organizzazione internazionale occulta, presieduta da capi reali aventi chiara coscienza dei loro fini e dei mezzi adatti per realizzarli, ha sviluppato e continua a sviluppare un'azione unitaria invisibile, a cui sarebbero da riferire i principali focolai di distruzione della civiltà ariana, ottenuti per mezzo di ideologie filosofiche, politiche e scientifiche.


prefazione:Mauro Likar













I  24  PROTOCOLLI.











Protocollo 1

 

Assunto.

Parleremo apertamente, discutendo il significato di ogni riflessione, e, per mezzo di paragoni e deduzioni, daremo una spiegazione completa, esponendo così il concetto della nostra politica e di quella dei Gojm. (Gentili o Infedeli).

Si deve anzitutto notare che gli individui corrotti sono assai più numerosi di coloro che hanno nobili istinti, perciò nel governare il mondo i migliori risultati sono ottenuti con la violenza e l'intimidazione, anziché con le discussioni accademiche. Ogni uomo mira al potere, ognuno vorrebbe essere un dittatore, e sono davvero assai rari coloro che non sono pronti a sacrificare il benessere altrui pur di raggiungere le proprie finalità. Che cosa ha frenato quelle belve, che chiamiamo uomini? Cosa li ha governati?

Il Diritto sta nella forza.

Nei primordi della civiltà si sono sottomessi alla forza cieca e brutale, poi alla legge, che, in realtà è la stessa forza, ma mascherata. Da ciò debbo dedurre che, secondo la legge della natura, il diritto sta nella forza.











Il Libero pensiero.

La libertà politica non è un fatto, ma un'idea. Si deve sapere applicare questa idea quando necessita, allo scopo di servirsene come di un'esca per attirare la forza della plebe al proprio partito, se detto partito ha deciso di usurpare il potere di un rivale. Il problema viene semplificato, se questo Rivale viene infettato da idee di libertà, - dal cosiddetto liberalismo - e se per questo ideale cede una parte del suo potere reale. In queste circostanze trionfa il nostro concetto. Una nuova mano afferra le abbandonate redini del Governo, secondo vuole la legge vitale, perché la forza cieca del popolo non può esistere per un solo giorno senza un Capo che la guidi, e il nuovo Governo non va che a sostituire il vecchio, indebolito dal suo liberalismo.

 

Potenza dell'oro.

Oggi giorno, la potenza dell'oro ha sopraffatto i regimi liberali. Vi fu un tempo in cui la Religione governava. Il concetto della libertà non è realizzabile, perché nessuno sa adoperarla con discrezione. Basta dare l'autonomia di governo ad un popolo, per un periodo brevissimo, perché esso diventi una ciurmaglia disorganizzata. Da qual momento inizieranno i dissidi, i quali presto si trasformeranno in guerre civili; l'incendio si appicca ovunque, e gli Stati cessano virtualmente di esistere. Lo Stato, sia che si esaurisca in convulsioni interne, sia che la guerra civile lo dia in mano ad un nemico esterno, può considerarsi definitivamente e totalmente distrutto e sarà in nostro potere. Il dispotismo capitalista, che è interamente nelle nostre mani, gli tenderà un fuscello aureo al quale lo Stato dovrà inevitabilmente aggrapparsi per evitare di cadere inesorabilmente nell'abisso.


federal reserve USA (banca centrale in mano ai privati)


Il Nemico interno.

Se qualcuno, motivato dal liberalismo, asserisce che simili discussioni sono immorali, farò una domanda: Perché non è immorale per uno Stato che ha due nemici, uno esterno e l'altro interno, il servirsi contro l'uno dei mezzi difensivi diversi da quelli che usa per l'altro, formando cioè piani segreti di difesa, e di attacco di notte o con forze superiori? Dunque, perché dovrebbe essere immorale per lo Stato servirsi di quei medesimi mezzi contro ciò che rovina le sue fondamenta ed il benessere della sua stessa esistenza? Può una mente sana e logica sperare di governare una massa con successo per mezzo di argomenti e ragionamenti, quando sussiste la possibilità che essi siano contraddetti da altri, i quali, anche se assurdi e ridicoli, vengono presentati in modo attraente a quella parte della plebe, che non è capace di ragionare o di approfondire, guidata come è, interamente, da meschine passioni e piccole convenzioni, o da teorie sentimentali?

Il grosso della plebe, non iniziata ed ignorante, assieme a coloro che sono sorti e saliti da essa, vengono avviluppati da dissensi di partito, che rendono impossibile qualsiasi accordo; anche sulla base di argomenti sani e convincenti. Ogni decisione della massa dipende da una maggioranza casuale o predisposta, la quale, nella sua totale ignoranza dei misteri politici, approva risoluzioni assurde, seminando in questo modo i germi dell'anarchia.





Politica e Morale.

La politica non ha nulla in comune con la morale; un sovrano che si lascia guidare dalla morale non è un accorto politico, conseguentemente non è saldamente assiso sul trono. Chi vuol regnare deve ricorrere all'astuzia ed all'ipocrisia. L'onestà e la sincerità, grandi qualità umane, diventano vizi in politica. Esse fanno perdere il trono più certamente che non il più acerrimo nemico. Queste qualità devono essere gli attributi delle Nazioni Gentili, ma noi non siamo affatto costretti a lasciarci guidare da esse.

 
Il diritto del più forte.

Il nostro diritto sta nella forza. La parola diritto rappresenta un'idea astratta senza base alcuna, e significa, né più né meno che: Datemi ciò che voglio perché io possa dimostrarvi, in conseguenza, che io sono più forte di voi. Dove inizia e dove termina il diritto? In uno Stato dove il potere è male organizzato, ove le leggi e le personalità del regnante sono resi inefficaci dal continuo liberalismo invadente, io mi servo di una nuova forma di attacco, usando il diritto della forza per distruggere i canoni e i regolamenti già esistenti, impadronirmi delle leggi, riorganizzare tutte le istituzioni, e diventare così il dittatore di coloro i quali hanno spontaneamente rinunciato al loro potere conferendolo a noi.

 
L'invincibile e invisibile potenza ebraica.

La nostra forza, nelle attuali traballanti condizioni dell'autorità civile, sarà maggiore di qualsiasi altra, perché sarà invisibile, sino al momento che saremo diventati tanto forti da non temere più nessun attacco, per quanto astutamente preparato. Dal male temporaneo al quale siamo obbligati a ricorrere, emergerà il beneficio in un regime incrollabile che reintegrerà il funzionamento dell'esistenza naturale, distrutto dal liberalismo.





Il fine giustifica i mezzi.

Nel formulare i nostri piani, dobbiamo fare attenzione, non tanto a ciò che è buono o morale, quanto a ciò che è per noi necessario o vantaggioso. Abbiamo davanti un piano dove è tracciata una linea strategica, dalla quale non dobbiamo deviare, altrimenti distruggeremo il lavoro di secoli.

Per stabilire uno schema d'azione adeguato, dobbiamo tenere presente la meschinità, l'incostanza, e la mancanza d’equilibrio morale della folla, non ché la sua incapacità di comprendere e rispettare le condizioni stesse del suo benessere e della sua esistenza.

 

La forza cieca della Folla.

Si deve comprendere che la forza della folla è cieca e senza acume, che porge ascolto ora a destra ora a sinistra. Se il cieco guida il cieco, ambedue cadranno nella fossa. Conseguentemente, quei membri della folla che sono venuti su da essa, non possono, anche essendo degli uomini di ingegno, guidare le masse senza rovinare la Nazione.

 

Autocrazia.

Solamente chi è stato educato alla sovranità autocratica, può leggere le parole formali con l'alfabeto politico. Il popolo abbandonato a sé stesso, cioè in balia di individui saliti su dalla plebe, viene rovinato dai dissensi di partito, che hanno origine dall'avidità di potere e dalla bramosia di onori, generatori di agitazioni e disordini. E' forse possibile che le masse possano giungere tranquillamente ad amministrare senza gelosia gli affari di Stato, che non devono confondere con i loro interessi personali? Possono le masse organizzare la difesa contro il nemico esterno?

Ciò è assolutamente impossibile, perché un piano suddiviso in tante parti quante sono le menti della massa, perde il suo valore e diventa inintelligibile ed ineseguibile. Soltanto un autocrate può concepire piani più vasti, assegnando la sua parte a ciascun ente del meccanismo della macchina statale. Quindi, concludiamo essere utile per il benessere del paese, che il governo del medesimo sia nelle mani di un solo individuo responsabile. Senza il dispotismo assoluto, la civiltà non può esistere, perché essa può essere promossa solamente sotto la protezione del regnante, chiunque egli sia, e non dalla massa.

 

Corruzione.

La folla è barbara, ed acquisice barbaramente in ogni occasione. La turba, appena acquista la libertà, rapidamente la trasforma in anarchia, la quale è, per sè stessa, la massima delle barbarie. Date un'occhiata a quei bruti alcolizzati, ridotti all'imbecillità dalle bevande il cui consumo illimitato è tollerato dalle libertà! Dovremo noi permettere a noi stessi e ai nostri simili di fare altrettanto? I Popoli della Cristianità sono fuorviati dall'alcool e dalle droghe; la loro gioventù è resa folle dalle orge classiche e premature alle quali l'hanno istigata i nostri agenti: i precettori, i domestici, le istitutrici, gli impiegati, i commessi e via dicendo; dalle nostre donne nei loro luoghi di divertimento: ed a queste ultime aggiungo anche le cosiddette Signore della Società, loro spontanee seguaci nella corruzione e nel degrado.

 

Basi del governo giudaico.

Il nostro motto deve essere: Qualunque mezzo di forza ed ipocrisia. In politica vince solo la forza pura, specie se essa si nasconde nell'ingegno indispensabile per un uomo di Stato. La violenza deve essere il principio; l'astuzia e l'ipocrisia debbono essere la regola di quei governi che non desiderano di deporre la loro corona ai piedi degli agenti di una nuova potenza. Il Male è l'unico mezzo per raggiungere il bene. Pertanto non dobbiamo arrestarci dinanzi alla corruzione, all'inganno e al tradimento, se questi mezzi debbono servire al successo della nostra causa. In politica dobbiamo saper confiscare la proprietà senza alcuna esitazione, se con ciò possiamo ottenere l'assoggettamento altrui e il potere per noi.

 

Terrorismo.

Il nostro Stato, seguendo la via della conquista pacifica, ha il diritto di sostituire, agli orrori della guerra, le escuzioni, meno appariscenti e più utili, che sono i mezzi necessari per mantenere il terrore, producendo una sottomissione cieca. La severità giusta ed implacabile è il fattore principale della Potenza dello Stato. Non solo perché ci è vantaggioso, ma altresì per dovere e per la vittoria, dobbiamo attenerci al programma della violenza e dell'ipocrisia. I nostri principi sono altrettanto potenti quanto i mezzi coi quali li mettiamo in atto. Questo è il motivo per cui non solo con questi mezzi medesimi, ma anche con la severità delle nostre dottrine, trionferemo e assoggetteremo tutti i Governi della Terra al Nostro Super- Governo. Basta che si sappia che siamo implacabili, per prevenire a priori ogni recalcitranza.

 

Libertà Uguaglianza, Fratellanza.

Anche nel passato, noi fummo i primi a gettare al popolo le parole d'ordine: Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. Parole così spesso ripetute, da quel tempo in poi ,da pappagalli ignoranti accorrenti in folla da ogni dove intorno a quest'insegna. Costoro, ripetendole, tolsero al mondo la prosperità e all'individuo la vera libertà personale, che, prima, era stata così bene salvaguardata, impedendo alla plebaglia di soffocarla.

I Gentili, sedicenti dotti ed intelligenti, non percepirono quanto fossero astratte le parole che pronunciavano, e non si accorsero che queste parole non solo non si accordavano fra loro, ma si contraddicevano addirittura.

Essi non seppero vedere che l'uguaglianza non esiste nella natura, la quale crea calibri diversi e disuguali di mente, carattere e capacità. Così è bene assoggettarsi alle leggi della Natura. Questi sapientoni non seppero intuire che la massa è una potenza cieca e che coloro i quali, emergendo da essa, vengono chiamati al governo, sono ugualmente ciechi in fatto di politica; che un uomo destinato a regnare può governare, anche se sia uno sciocco, ma che un uomo il quale non è stato preparato a tale compito, non comprenderebbe nulla di politica, anche se fosse un genio. I Gentili hanno messo da parte tutto ciò, mentre è su questa base, che fu fondato il governo Dinastico. Il padre istruiva il figlio nel significato e nello svolgimento delle evoluzioni politiche, in maniera tale che nessuno, fuorché i membri della dinastia, potessero averne conoscenza e che, pertanto, nessuno potesse svelarne i segreti al popolo governato. Col tempo il significato dei veri insegnamenti politici, quali erano tramandati nelle dinastie da una generazione all'altra, andò perduto, e questa perdita contribuì al successo della nostra causa. Il nostro appello di: Libertà, Uguaglianza, Fratellanza, attirò intere legioni nelle nostre file dai quattro angoli del mondo attraverso i nostri inconsapevoli agenti, e queste legioni portarono i nostri stendardi estaticamente. Nel frattempo queste parole rodevano, come altrettanti vermi o topi, il benessere dei Gentili e distruggevano la loro pace ,la loro costanza, la loro unione; rovinando così le fondamenta degli Stati. Come vedremo in seguito, questa azione determinò il nostro trionfo.

Esso ci dette, fra l'altro, la possibilità di giocare l'asso di briscola, vale a dire di ottenere l'abolizione dell'Aristocrazia dei Gentili, la quale era l'unica difesa che le Nazioni e i Paesi possedevano contro di noi.

 

L'aristocrazia plutocratica.

Sopra le rovine di una Aristocrazia naturale ed ereditaria, costruimmo una nostra aristocrazia a base plutocratica. Fondammo questa nuova aristocrazia sulla ricchezza, che noi controllavamo, e sulla scienza promossa dai nostri dotti. Il nostro trionfo fu facilitato dal fatto che noi, mediante le nostre relazioni con persone che erano indispensabili, abbiamo sempre agito sulla parte suscettibile della mente umana; cioè sfruttando l'avidità di guadagno delle nostre vittime, la loro ingordigia, la loro instabilità, nonché profittando delle esigenze naturali dell'uomo, poiché ognuna di queste debolezze, presa a sé, è capace di distruggere l'iniziativa, ponendo così la potenza volitiva del popolo in balia di coloro che vorrebbero privarlo di tutto il suo potere di iniziativa.

 

Libertà mal compresa.

Il significato astratto della parola Libertà, rese possibile di convincere le turbe che il Governo non è altro che un gerente rappresentante il possessore- vale a dire la Nazione -; e pertanto può essere messo da parte come un paio di guanti usati. Il fatto che i rappresentanti della Nazione possano essere destituiti, li diede in nostro potere e fece sì che la loro nomina è praticamente nelle nostre mani.



 


Protocollo II.



La guerra economica dell'ebraismo.

Per il nostro scopo, è indispensabile che le guerre non producano modificazioni territoriali. In tal modo, senza alterazioni territoriali, la guerra viene trasferita su una base economica. Allora le Nazioni dovranno riconoscere la nostra superiorità, per l'assistenza che sapremo dare ad esse, e questo stato di cose metterà entrambe le parti alla mercé dei nostri intermediari internazionali dagli occhi di lince. Allora, i nostri Diritti Internazionali cancelleranno le leggi del mondo, e noi governeremo i paesi nello stesso modo in cui i singoli governi amministrano i propri sudditi.







Uomini di Paglia.

Sceglieremo, fra il pubblico, amministratori che abbiano tendenze servili. Essi non avranno esperienza dell'arte di governare, e perciò saranno facilmente trasformati in altrettante pedine del nostro gioco; pedine che saranno nelle mani dei nostri astuti ed eruditi consiglieri, specialmente educati, fin dall'infanzia, nell'arte di governare il mondo. Come già sapete, questi uomini hanno studiato la scienza del governo dai nostri piani politici, dall'esperienza dataci dalla storia e dalla osservazione degli avvenimenti che si susseguono. I Gentili non traggono profitto da costanti osservazioni storiche, ma seguono una routine teorica, senza considerare quali possano essere le conseguenze; quindi non occorre prenderli in considerazione. Lasciamo che si divertano finché l'ora suonerà, oppure lasciamoli vivere nella speranza di nuovi divertimenti, o nel ricordo dei piaceri che furono. Lasciamoli nella convinzione che le leggi teoriche, che abbiamo ispirato loro, siano, per essi, di suprema importanza. Con questa meta in vista, e con l'aiuto della nostra stampa, aumentiamo continuamente la loro cieca fiducia in queste leggi.






Falsa scienza e stampa.

Le classi istruite dei Gentili si vanteranno della propria erudizione e metteranno in pratica, senza verificarle, le cognizioni ottenute dalla scienza che i nostri agenti scodellarono loro, allo scopo prefisso di educarne e programmarne le menti secondo le nostre direttive. Non crediate che le nostre asserzioni siano parole vane: notate il successo di Darwin, di Marx e di Nietzsche, che fu interamente preparato da noi. L'azione demoralizzante di queste scienze sulle menti dei Gentili dovrebbe certamente esserci evidente.

Per evitare di commettere errori nella nostra politica e nel nostro lavoro di amministrazione, è per noi essenziale di studiare e di tenere presente l'attuale andamento del pensiero; le caratteristiche e le tendenze delle nazioni. Il successo del nostro piano consiste nella sua adattabilità al

temperamento delle nazioni con cui veniamo in contatto. Esso non può riuscire se la sua applicazione pratica non è basata sull'esperienza del passato, integrata con le osservazioni dell'ora presente. La stampa è una grande forza nelle mani dei presunti Governi, i quali, per suo mezzo,  controllano le menti popolari. La stampa dimostra le pretese vitali della

popolazione, ne rende note le lagnanze e, talvolta, crea lo scontento nella plebe. La realizzazione della libertà di parola, nacque nella stampa, ma i governi non seppero usufruire di questa forza, ed essa cadde nelle nostre mani. Per mezzo della stampa acquistammo influenza, pur rimanendo dietro le quinte.

Stampa, Oro e Sangue.

In virtù della stampa accumulammo l'Oro: ci costò fiumi di sangue e il sacrificio di molta gente nostra, ma ogni sacrificio dal nostro lato, vale migliaia di Gentili al cospetto di Dio.







Protocollo III



Il serpente simbolico.

Oggi vi posso assicurare che siamo a pochi passi dalla nostra meta. Rimane da percorrere ancora una breve distanza e poi il ciclo del Serpente Simbolico, emblema della nostra gente, sarà completo. Quando questo ciclo sarà chiuso, tutti gli Stati Europei vi saranno stretti come da catene infrangibili. La bilancia sociale ora esistente andrà presto in sfacelo, e lo scopo è di logorarla e distruggerne l'efficienza al più presto possibile.

I Gentili credettero che tale bilancia fosse forte e resistente e confidavano di tenerla sempre accuratamente in equilibrio. Ma i suoi sostegni, cioè i capi degli Stati, trovano un ostacolo nei loro servitori, i quali non giovano nulla ad essi, perché sono trascinati dalla loro illimitata forza d'intrigo,

causata dai terrori che prevalgono nelle Corti. Il Sovrano, dato che non ha i mezzi per penetrare nel cuore del suo popolo, non può difendersi contro gli intriganti avidi di potere. Dacché noi abbiamo scisso il potere cieco della popolazione, entrambi hanno perduto il loro significato, perché una volta divisi, sono spersi l'uno e l'altro come un cieco al quale manchi il suo bastone.

 

Potere ed ambizione.

Per indurre gli amanti del potere a fare cattivo uso dei loro diritti, aizzammo tutte le Potenze, le une contro le altre, incoraggiandone le tendenze liberali verso l'indipendenza. Abbiamo fomentato ogni impresa in questo senso, ponendo così delle armi formidabili nelle mani di tutti i partiti, e abbiamo fatto si che il potere fosse la meta di ogni ambizione. I governi li abbiamo trasformati in arene, dove si combattono le guerre di partito. Fra poco il disordine e il fallimento appariranno ovunque.

 

Chiacchieroni parlamentari.

Chiacchieroni irrefrenabili trasformarono le assemblee parlamentari ed amministrative in riunioni di controversia. Giornalisti audaci, e sfacciati scrittori di opuscoli, attaccano continuamente i poteri amministrativi. L'abuso del potere preparerà definitivamente il crollo di tutte le istituzioni, e tutto cadrà sotto i colpi della popolazione inferocita.

Il popolo è assoggettato nella miseria dal sudore della sua fronte in un modo assai più formidabile che non dalle leggi della schiavitù. Da quest'ultima i popoli possono affrancarsi in un modo o in un altro, mentre nulla li potrà liberare dalla tirannide della completa indigenza.

 

Diritti del popolo.

Ponemmo cura di inserire nelle costituzioni molti diritti che per le masse sono puramente fittizi. Tutti i cosiddetti diritti del popolo possono esistere solo in teorie le quali non sono praticamente applicabili. Quale vantaggio viene, ad un operaio del proletariato, curvato dalle sue dure fatiche ed oppresso dal destino, per il fatto che un ciarlone ottiene il diritto di parlare, od un giornalista quello di stampare qualsiasi sciocchezza? A che giova una costituzione al proletariato, se da essa non riceve altro beneficio che le briciole che gli gettiamo dalla nostra tavola, quale ricompensa perché dia i suoi voti ai nostri agenti? I diritti repubblicani sono un'ironia per il povero, perché la dura necessità del lavoro quotidiano gli impedisce di ricavare qualsiasi beneficio da diritti di tal genere, e non fa che togliergli la garanzia di uno stipendio fisso e continuo, rendendolo schiavo degli scioperi, di chi gli dà lavoro e dei suoi compagni.

 

Fine dell'Aristocrazia.

Sotto i nostri auspici la plebe ha completamente distrutto l'Aristocrazia, la quale sempre la sovvenne e la custodì per il vantaggio proprio, che era inseparabile dal benessere della popolazione. Oggi giorno il popolo, avendo distrutti i privilegi dell'aristocrazia, è caduto sotto il giogo di furbi sfruttatori, e di gente venuta su dal nulla.

 

Il vero scopo dell'Ebraismo.

Noi abbiamo l'intenzione di assumere l'aspetto di liberatori dell'operaio, venuti per affrancarlo da ciò che lo opprime, quando gli suggeriamo di unirsi alla fila dei nostri eserciti di socialisti, anarchici, e comunisti.

Sosteniamo i comunisti, fingendo di amarli per i principi di fratellanza e dell'interesse generale dell'umanità, promosso dalla nostra massoneria socialista. L'aristocrazia, la quale per diritto spartiva il guadagno con le classi operaie, si interessava perché queste classi fossero ben nutrite e robuste. Il nostro scopo è invece l'opposto, vale a dire che ci interessiamo alla degenerazione dei Gentili. La nostra forza consiste nel tenere costantemente l'operaio in uno stato di penuria ed impotenza, perché, così facendo, lo teniamo assoggettato alla nostra volontà e, nel proprio ambiente, egli non troverà mai la forza e l'energia necessarie ad insorgere contro di noi. La Fame conferirà al Capitalismo dei diritti, sul lavoratore, infinitamente più potenti di quelli che il legittimo potere del sovrano potesse conferire all'Aristocrazia.

Noi governiamo le masse mediante i sentimenti di gelosia ed odio fomentati dall'oppressione e dalla miseria. Ed è facendo uso di questi sentimenti che togliamo di mezzo tutti coloro che ci ostacolano.

 

L'Avvento del Padrone del Mondo.

Quando verrà il giorno dell'incoronazione del nostro Sovrano Mondiale, provvederemo con questi stessi mezzi, e cioè servendoci della plebe, a distruggere tutto ciò che potrebbe ostacolare il nostro cammino.

I Gentili non sono più capaci di ragionare in materia di scienza, senza il nostro aiuto. Per questo motivo essi non comprendono la necessità vitale di certe condizioni, che noi ci facciamo un dovere di tenere nascoste sino al momento in cui giungerà la nostra ora: e cioè specialmente nelle scuole si dovrebbe insegnare la sola vera e più importante di tutte le scienze, che è la scienza della vita dell'uomo e delle condizioni sociali, le quali richiedono entrambe la spartizione del lavoro e, conseguentemente, la classificazione degli individui in caste e classi. E' assolutamente indispensabile che tutti sappiano che la vera eguaglianza non può esistere, data la diversa natura delle varie qualità di lavoro; e che pertanto, coloro i quali agiscono a detrimento di tutta una casta incorrono in una responsabilità ben diversa, davanti alla legge, di quelli che commettono un delitto nocivo soltanto al loro onore personale.

 

Il segreto ebraico e l'odio.

La vera scienza delle condizioni sociali, ai segreti della quale non ammettiamo i Gentili, convincerebbe il mondo che il lavoro e gli impieghi si dovrebbero assegnare a caste ben distinte, allo scopo di evitare le sofferenze umane derivanti da un'educazione non corrispondente al lavoro che gli individui sono chiamati ad eseguire. Se essi studiassero questa scienza, il popolo si sottometterebbe volontariamente ai poteri governativi e alle caste di governo classificate da essi.

Date le condizioni attuali della scienza, che segue una linea tracciata da noi, la plebe, nella sua ignoranza, crede ciecamente nelle parole stampate e nelle illusioni erronee opportunamente ispirate da noi,ed odia tutte le classi che crede più elevate della sua. Ciò perché essa non comprende l'importanza di ogni singola casta. Questo odio diventerà ancor più acuto quando si tratterà di crisi economiche, perché allora arresterà i mercati e la produzione.

 

Crisi universale e potenza dell'Oro.

Determineremo una crisi economica universale con tutti i mezzi clandestini possibili e coll'aiuto dell'oro, che è tutto nelle nostre mani. In pari tempo getteremo sul lastrico folle enormi di operai in tutta l'Europa. Allora queste masse si getteranno con gioia su coloro dei quali, nella loro ignoranza, sono stati gelosi sin dall'infanzia, ne saccheggeranno gli averi e ne verseranno il sangue.










 

L'ebreo inviolabile e dominatore.

A noi non recheranno danno, perché il momento dell'attacco ci sarà noto, e prenderemo le misure necessarie per proteggere i nostri interessi. Siamo riusciti a persuadere i Gentili che il Liberatore avrebbe dato loro il regno della ragione. Il nostro dispotismo sarà di questa specie, perché avrà il potere di sopprimere le ribellioni e di sradicare con giusta severità ogni idea liberale dalle istituzioni. Quando la plebe si avvide che in nome della libertà le venivano concessi diritti di ogni genere, si immaginò di essere la padrona e tentò di assumere il potere. Naturalmente si imbatté come un cieco qualsiasi, in ostacoli innumerevoli. Allora, non volendo tornare al regime di prima, depose il suo potere ai nostri piedi.

 


La Rivoluzione Francese.

Ricordatevi della Rivoluzione Francese, che chiamate la Grande Rivoluzione; ebbene, tutti i segreti della sua preparazione organica ci sono ben noti, essendo opera delle nostre mani. Da allora in poi abbiamo fatto subire alle nazioni una delusione dopo l'altra, cosicché esse dovranno persino rinnegarci, in favore del Re Despota, uscito dal sangue di Sion, che stiamo preparando al mondo.

 

L'immensa bassezza dei popoli Cristiani.

Nel momento attuale noi come forza internazionale siamo invulnerabili,  perché quando siamo assaliti da uno dei governi dei Gentili, altri ci sostengono. Nella loro immensa bassezza, i popoli Cristiani aiutano la nostra indipendenza. Ciò fanno quando si prosternano davanti alla forza; quando sono senza pietà per i deboli, crudeli per le colpe e indulgenti per i delitti; quando si rifiutano di ammettere le contraddizioni della libertà; quando sono pazienti fino al martirio nel sopportare la violenza di una tirannia audace. Essi tollerano da parte dei loro attuali dittatori, Presidenti dei Consigli e Ministri, degli Abusi per il più  piccolo dei quali avrebbero ucciso cento Re. Come si spiega questo stato di cose? Perché le masse sono tanto illogiche nel farsi un concetto degli avvenimenti? La ragione e che i despoti persuadono il popolo, per mezzo dei loro agenti, che l'abuso del potere, con evidente danno allo Stato, è compiuto per uno scopo elevato, vale a dire per ottenere la prosperità della popolazione e per l'amore della fratellanza universale, dell'unione, e dell’uguaglianza. Si capisce che questi agenti non dicono al popolo, che tale unificazione può essere ottenuta solo sotto il nostro dominio; di modo che vediamo la popolazione condannare gli innocenti e assolvere i colpevoli, convinta che potrà sempre fare ciò che le pare e piace. La plebe, data questa sua condizione mentale, distrugge tutto ciò che è stabile e crea lo scompiglio ovunque.

 


La libertà e il sangue.

La parola Libertà porta la società a lottare contro tutte le potenze, persino contro le potenze della Natura di Dio. Questo è il motivo per cui, quando noi arriveremo al potere, dovremo cancellare la parola libertà dal dizionario umano, essendo essa il simbolo della forza bestiale che trasforma le popolazioni in belve assetate di sangue. Occorre però tenere presente che queste belve si addormentano appena saziate di sangue e che in quel momento è facile affascinarle e ridurle in schiavitù. Se non si procura ad esse il sangue, non si addormenteranno ma lotteranno fra di loro.






Protocollo IV



La Repubblica.

Ogni Repubblica attraversa varie fasi. La prima è rappresentata dai giorni di furia cieca, quando le folle annientano e distruggono a destra e a sinistra. La seconda è il regno del Demagogo, che promuove l'anarchia ed impone il potere assoluto. Questo dispotismo non è ufficialmente legale ed è, pertanto irresponsabile; esso è nascosto ed invisibile, ma nel medesimo tempo si fa sentire. Esso è controllato generalmente da un'organizzazione segreta, la quale agisce dietro le spalle di qualche agente ed è conseguentemente tanto più audace e senza scrupoli. A questa forza segreta non importerà di mutare gli agenti che la mascherano. Questi mutamenti aiuteranno persino l'organizzazione, la quale con questo mezzo si sbarazzerà dei suoi vecchi servitori, ai quali avrebbe dovuto dare un forte premio, data la durata del loro servizio. Chi o che cosa può detronizzare una potenza segreta? Ebbene, tale è appunto il nostro Governo.

 

Lo Strumento dell'Ebraismo: La Massoneria.

La loggia massonica in ogni parte del mondo agisce inconsciamente da maschera del nostro scopo. Ma l'uso che faremo di questa potenza, nel nostro piano d'azione, come i nostri quartieri generali, restano perpetuamente sconosciuti all'universo. La libertà potrebbe non essere dannosa e sussistere nei governi e nei paesi senza pregiudicare il benessere del popolo, se fosse basata sulla religione, sul timor di Dio e sulla fratellanza umana, scevra da quei concetti di uguaglianza che sono in contraddizione diretta con le leggi della creazione che hanno ordinato la sottomissione. Retto da una fede simile, il popolo sarebbe governato dalle parrocchie e vivrebbe tranquillamente ed umilmente sotto la tutela dei suoi pastori spirituali, sottomettendosi all'ordinamento stabilito da Dio sulla terra.



Cancellare il concetto di Dio.

Ed è perciò che dobbiamo cancellare persino il concetto di Dio dalle menti dei Cristiani, rimpiazzandolo con calcoli aritmetici e bisogni materiali. Allo scopo di stornare le menti cristiane dalla nostra politica è

assolutamente necessario di tenerle occupate nell'industria e nel commercio. Così tutte le nazioni lavoreranno incessantemente per il loro proprio vantaggio, ed in questa lotta universale non si accorgeranno del nemico comune.

 

La Speculazione.

Ma perché la libertà sconnetta e rovini completamente la vita sociale dei Gentili, dobbiamo mettere il commercio sopra una base di speculazione. Il risultato di ciò sarà che le ricchezze della terra, ricavate per mezzo della produzione, non rimarranno nelle mani dei Gentili, ma passeranno, attraverso la speculazione, nelle nostre casseforti. La lotta per la supremazia e la speculazione continua nel mondo degli affari, produrrà una società demoralizzata, egoista e senza cuore. Questa società diventerà completamente indifferente e persino nemica della religione e disgustata dalla politica. La bramosia dell'oro sarà la sua unica guida. E questa società lotterà per l'oro, facendo un vero culto dei piaceri materiali che esso può procacciarle. Allora le classi inferiori si uniranno a noi contro i nostri rivali, cioè contro i Gentili privilegiati, senza neppur fingere di essere animate da un motivo nobile, e neppure per amore delle ricchezze, ma unicamente per il loro odio schietto contro le classi più elevate.






Protocollo V



Dispotismo Ebraico.

Che genere di governo si può dare ad una società nella quale il subornamento e la corruzione sono penetrate ovunque; dove le ricchezze si possono ottenere solamente di sorpresa o con mezzi fraudolenti; dove il dissenso prevale in tutto, e la moralità si mantiene unicamente per mezzo del castigo e do leggi severe, e non in conseguenza di principi volontariamente accettati; dove il sentimento patriottico e religioso affoga nelle convinzioni cosmopolitiche? Quale altra forma di governo si può dare a simili società, fuorché quella dispotica che vi descriverò ora?

Organizzeremo un governo fortemente centralizzato, in modo da acquisire le forze sociali per noi. Per mezzo di nuove leggi regoleremo la vita politica dei nostri sudditi, come se fossero tanti pezzi di una macchina. Tali leggi, limiteranno gradatamente tutte le franchigie e le libertà accordate dai Gentili. In questo modo il nostro regno si svilupperà in un dispotismo così possente, da essere in grado di schiacciare i Gentili malcontenti o recalcitranti in qualunque ora e in qualunque luogo.

 

Alla conquista del Potere.

Ci diranno che il genere di potere assoluto che suggerisco non si confà col progresso attuale della civiltà, ma vi dimostrerò, invece, che è proprio vero il contrario: allorquando i popoli consideravano i loro sovrani come l'espressione della Volontà di Dio, si sottomettevano tranquillamente al dispotismo dei loro monarchi. Ma, dal giorno in cui infondemmo nelle popolazioni il concetto dei loro diritti, esse cominciarono a considerare i Re come semplici mortali. Al cospetto della plebe la santa unzione cadde dal capo dei monarchi, e quando ad essa togliemmo anche la religione, il potere fu gettato sulla via come pubblica proprietà e venne afferrato da noi. Oltre a ciò, fra le nostre doti amministrative contiamo quella di saper governare le masse e gli individui per mezzo di fraseologie astute, di teorie confezionate furbamente, di regole di vita e di ogni altro mezzo di inganno allettante. Tutte queste teorie, che i Gentili comprendono affatto, sono basate sull'analisi e sull'osservazione unite ad una così sapiente argomentazione, che non trova l'uguale fra i nostri rivali, così come essi non possono competere con noi nella costruzione di piani di solidarietà e di azione politica.

 

I Gesuiti.

L'unica società da noi conosciuta che sarebbe capace di farci concorrenza in queste arti potrebbe essere quella dei Gesuiti. Ma noi siamo riusciti a screditare i Gesuiti agli occhi della plebe stupida per la ragione che questa società è un'organizzazione palese, mentre noi ci teniamo dietro le quinte, mantenendo il segreto della nostra. Al mondo, in fin dei conti, importerà poco se diventerà suo padrone il capo della Chiesa Cattolica, oppure un autocrate del sangue di Sion. Ma per noi, popolo prediletto, la questione non è indifferente.

 

Divide et Impera.

Per un certo periodo i Gentili potrebbero forse essere capaci di tenerci testa. Ma a questo riguardo non abbiamo da temere perché siamo salvaguardati dall'odio profondamente radicato che nutrono gli uni verso gli altri e che non si può estirpare. Abbiamo messo in contrasto gli uni con gli altri tutti gli interessi personali e nazionali dei Gentili, fomentandone tutti i pregiudizi religiosi e nazionali per quasi venti secoli. A tutto questo lavorio si deve il fatto che nessun governo troverebbe appoggio nei suoi vicini, se si appellasse ad essi per opporsi a noi, perché ognuno di essi sarebbe convinto che un'azione contro di noi potrebbe essere disastrosa per la sua esistenza individuale.

L'Ebreo prescelto da Dio per governare il mondo.

Noi siamo troppo potenti; il mondo intero deve fare i conti con noi.

I Governi non possono fare il più piccolo trattato senza il nostro intervento segreto. "Per Me Reges Regunt"- I sovrani regnano per mezzo mio-. Leggiamo, nella Legge dei Profeti, che siamo prescelti da Dio per governare il mondo. Dio ci ha dato l'ingegno e la capacità di compiere questo lavoro. Se vi fosse un genio nel campo nemico, egli potrebbe forse ancora combatterci, ma un nuovo venuto non potrebbe competere con dei vecchi lottatori come noi, e il conflitto fra lui e noi assumerebbe un carattere tale, che il mondo non ne avrebbe ancora visto l'uguale.

 


La forza dell'oro.

Ormai è troppo tardi per il loro Genio. Tutte le ruote del meccanismo statale sono state messe in moto da una forza che è nelle nostre mani: l'oro! La scienza dell'economia politica, studiata dai nostri grandi sapienti ha già dimostrato che la forza del capitale supera il prestigio della Corona. Il Capitale per avere il campo libero, deve ottenere l'assoluto monopolio dell'industria e del commercio. Questo scopo viene già raggiunto da una mano invisibile in tutte le parti del mondo. Questo privilegio farà si che tutta la forza politica sarà nelle mani dei commercianti, i quali col profitto abusivi opprimeranno la popolazione.

Oggigiorno conviene disarmare i popoli piuttosto che condurli alla guerra. E' più importante sapersi servire per la nostra causa delle passioni ardenti che spegnerle. Incoraggiare le idee altrui e farne uso per il nostro piano piuttosto che disperderle.

 

La Critica.

Il problema principale per il nostro governo è questo: come indebolire il cervello pubblico mediante la critica; come fargli perdere la facoltà di ragionare che e fomite di opposizione; come distrarre la mentalità del pubblico per mezzo di fraseologie insensate. In tutti i tempi le Nazioni, al pari degli individui, hanno preso le parole per fatti, perché si contentano di quello che odono e ben di rado si curano di verificare se le promesse siano state adempiute oppure no. Conseguentemente noi, soltanto per darla ad intendere, organizzeremo delle istituzioni i cui membri dimostreranno e loderanno, con eloquenti discorsi, il loro contributo al progresso. Prenderemo un atteggiamento liberale per tutti i partiti e per tutte le tendenze e lo comunicheremo a tutti i nostri oratori, i quali saranno talmente loquaci, da stancare il pubblico, che sarà stufo e ristucco di qualunque genere di eloquenza e ne avrà abbastanza.

La conquista della pubblica opinione.






Per impadronirci della pubblica opinione dovremo anzitutto confonderla al massimo grado, mediante l'espressione da tutte le parti delle opinioni più contraddittorie, affinché i Gentili si smarriscano nel labirinto delle medesime. Ed allora essi comprenderanno che la miglior via da seguire è quella di non avere opinioni in fatto di politica; la politica non essendo cosa da essere intesa dal pubblico, ma riservata soltanto a chi dirige gli affari. E questo è il primo segreto.

Il secondo segreto, necessario al successo completo del nostro governo, consiste nel moltiplicare ad un punto tale gli errori, i vizi, le passioni e le leggi convenzionali del paese, che nessuno possa vederci

chiaro in simile caos. Quindi, gli uomini cesseranno di comprendersi a vicenda. Questa politica ci aiuterà pure a seminare zizzania in tutti i partiti; a dissolvere tutte le forse collettive, a scoraggiare ogni iniziativa individuale, la quale potrebbe in qualche modo intralciare i nostri progetti.

Non vi è nulla di più dannoso dell'iniziativa individuale: se è essecondata dall'intelligenza, essa ci può arrecare maggior danno dei milioni di esseri che abbiamo aizzato a dilaniarsi vicendevolmente. Dobbiamo dare all'educazione di tutta la società cristiana un indirizzo tale, che le cadano le braccia per disperazione in tutti i casi nei quali un'impresa richiede dell'iniziativa individuale. La tensione prodotta dalla propria libertà d'azione, perde di forza quando incontra la libertà d'azione altrui. Ne conseguono le scosse morali, le disillusioni e i fallimenti.

 


Il Super-governo ebraico.

Con questi mezzi opprimeremo i cristiani ad un a tale punto, che li obbligheremo a chiederci di governarli internazionalmente. Quando raggiungeremo una simile posizione, potremo immediatamente assorbire tutti i poteri governativi del mondo e formare un Super- Governo globale Universale; al posto dei governi ora esistenti, metteremo un colosso che si chiamerà l'Amministrazione del Super governo. Le sue mani si allungheranno come delle immense tenaglie e disporrà di una tale organizzazione, che otterrà certamente la completa sottomissione di tutti i Paesi.




Protocollo VI



Tutte le grandi fortune e ricchezze nelle mani degli ebrei.

Fra breve inizieremo ad organizzare vasti monopoli - serbatoi di ricchezze colossali - nei quali persino le grandi fortune dei Gentili saranno coinvolte in modo tale che crolleranno insieme al credito del loro governo, il giorno dopo che avrà avuto luogo la crisi politica. (Noi ritireremo il nostro denaro all'ultimo momento) Coloro fra gli astanti che sono economisti, calcolino l'importanza di questo progetto.

Dobbiamo adoperare ogni mezzo per sviluppare la popolarità del nostro Super governo, presentandolo come il protettore e il rimuneratore di tutti coloro che volontariamente si sottometteranno a noi. L'Aristocrazia dei Gentili non esiste più quale potenza politica; di essa non dobbiamo tenerne conto ulteriormente da questo punto di vista. Però essa, in quanto proprietaria di terreni, costituisce sempre un pericolo per noi, giacché le sue rendite le assicurano l'indipendenza. Pertanto è essenziale per noi di spogliare l'aristocrazia delle terre, a qualunque costo. Per raggiungere questo scopo, il modo migliore è quello di aumentare continuamente le tasse e le imposte, e con ciò il valore dei terreni si manterrà al più basso livello possibile.

Agli aristocratici dei Gentili, i quali, date le loro abitudini ereditarie, sono incapaci di accontentarsi di poco, andranno presto in rovina. Nel medesimo tempo, dobbiamo dare con ogni impegno la massima protezione possibile alle industrie ed al commercio, e specialmente alla speculazione, il cui compito principale è di agire come contrappeso all'industria. Senza la speculazione, l'industria aumenterebbe il capitale privato e tenderebbe a sollevare l'agricoltura, liberando le terre dai debiti e dalle ipoteche per gli anticipi delle banche agricole. E' invece essenziale che l'industria prosciughi la terra di tutte le sue ricchezze, e che la speculazione concentri nelle nostre mani tutte le ricchezze del mondo ottenute con questi mezzi. In questo modo tutti i Gentili verranno ridotti nelle file del Proletariato, ed allora essi si piegheranno davanti a noi, per ottenere il diritto di esistere.

 

Il lusso sfrenato.

Allo scopo di rovinare le industrie dei Gentili e di aiutare la speculazione, incoraggeremo l'amore per il lusso sfrenato, che abbiamo già sviluppato. Aumenteremo i salari, ciò che non porterà beneficio all'operaio, perché contemporaneamente accresceremo il prezzo delle sostanze più necessarie, col pretesto dei cattivi risultati dei lavori agricoli.

Con astuzia mineremo le basi della produzione, seminando i germi dell'anarchia fra gli operai e incoraggiandoli nell'abuso degli alcolici. Al tempo stesso, adopereremo tutti i mezzi possibili per scacciare dal paese tutti i Gentili Intelligenti. Per evitare che i Gentili comprendano prematuramente il vero stato delle cose, nasconderemo il nostro piano sotto l'apparente desiderio di aiutare le classi lavoratrici alla soluzione dei grandi problemi economici: questa nostra propaganda viene aiutata in tutto e per tutto dalle nostre Teorie Economiche.






Protocollo VII



Fomentare sedizioni ed ostilità.

L'intensificazione del servizio militare, nonché l'aumento delle forse di polizia sono pure essenziali alla riuscita dei progetti sopra indicati. Per noi è essenziale aggiustare le cose in modo che, oltre a noi, in tutti i paesi non vi sia che un enorme proletariato, cioè altrettanti soldati e poliziotti fedeli alla nostra causa. In tutta l'Europa, e con l'aiuto dell'Europa, sugli altri continenti dobbiamo fomentare sedizioni, dissensi, e ostilità reciproche. In questi casi si ha un doppio vantaggio: in primo luogo con tali mezzi otteniamo il rispetto di tutti i paesi, i quali si rendono conto che abbiamo il potere di suscitare, a piacer nostro, o qualunque rivolta oppure di ristabilire l'ordine.

Tutti i paesi hanno l'abitudine di rivolgersi a noi per la necessaria repressione quando essa occorre. In secondo luogo, a furia di intrighi imbroglieremo i fili tessuti da noi nei ministeri di tutti i Governi, non solo mediante la nostra politica, ma anche con i trattati di commercio e con le obbligazioni finanziarie. Per riuscire in questo intento, dobbiamo usare molta astuzia e sottigliezza durante le trattative e gli accordi; ma in quello che si chiama il "Linguaggio ufficiale", assumeremo la tattica opposta, vale a dire avremo l'apparenza di essere onestissimi e disposti a sottometterci. Così i governi dei Gentili, ai quali abbiamo insegnato a vedere solamente la parte pomposa degli affari, per il modo come glieli presentiamo, ci terranno perfino in conto di benefattori e di salvatori dell'umanità.

 

Guerre e Guerra Mondiale.

Dobbiamo metterci in condizioni tali da poter rispondere ad ogni opposizione, con una dichiarazione di guerra da parte del paese confinante a quello Stato che osasse attraversarci la strada; e qualora tali confinanti a loro volta decidessero di unirsi contro di noi, dovremo rispondere promuovendo una guerra universale. Il principale successo in politica consiste nel grado di segretezza impiegato nel conseguirlo. Le azioni di un diplomatico non devono corrispondere alla sue parole.

 

Tutta la stampa in mani ebraiche.

Per giovare al nostro piano mondiale, che si avvicina al termine desiderato, dobbiamo impressionare i Governi dei Gentili mediante la cosiddetta Pubblica opinione, che in realtà viene dovunque preparata da noi per mezzo di quel massimo fra i poteri che è la stampa, la quale, fatte insignificanti eccezioni di cui non è caso di tenere conto, è completamente nelle nostre mani. In breve: per dimostrare che tutti i Governi dei Gentili sono nostri schiavi, faremo vedere il nostro potere ad uno di essi per mezzo di atti di violenza, vale a dire, con un regno di terrore, e qualora tutti i governi insorgessero contro di noi, la nostra risposta sarà data dai cannoni americani, cinesi e giapponesi.






Protocollo VIII



Sfruttamento del Codice Legale.

Dobbiamo impadronirci di tutti i mezzi che i nostri nemici potrebbero rivolgere contro di noi. Ricorreremo alle più intricate e complicate espressioni del Codice Legale, allo scopo di discolparci nell'eventualità che fossimo costretti a pronunciare decisioni che potessero sembrare eccessivamente audaci, oppure ingiuste; perché sarà sommamente importante esprimere queste decisioni in modo così efficace, che si presentino alle Genti come la massima manifestazione di moralità, equità e giustizia. Il nostro governo deve essere circondato da tutte le forze della civiltà in mezzo alle quali esso dovrà agire. Attirerà a sé i pubblicisti, gli avvocati, i praticanti, gli amministratori, i diplomatici ed infine gli individui preparati dalle nostre scuole avanzate speciali. Questi individui conosceranno i segreti della vita sociale; saranno padroni di tutte le lingue messe insieme con le lettere e le parole politiche; avranno una perfetta conoscenza della parte intima e segreta della natura umana, con tutte le sue corse più sensibili, che essi dovranno far risuonare e vibrare secondo la loro volontà.

Queste corde costituiscono l'insieme del cervello dei Gentili; delle loro qualità buone o cattive, delle loro tendenze e dei loro vizi; nonché delle loro peculiarità di caste e di classi. S'intende che questi sapienti consiglieri della nostra potenza non saranno scelti fra i Gentili, che sono abituati a fare il loro lavoro amministrativo senza tenere presenti i risultati che devono conseguire, e persino senza sapere lo scopo per cui tali risultati sono richiesti. Gli amministratori dei gentili formano i documenti senza leggerli e prestano servizio  o per amore di denaro o per ambizione.

 

Economisti e milionari.

Circonderemo il nostro governo con un vero esercito di economisti. Questo è il motivo per cui agli Ebrei si insegna principalmente la scienza dell'economia. Saremo circondati da migliaia di banchieri, di commercianti e, cosa ancora più importante, di milionari, perché, in realtà, ogni cosa sarà decisa dal denaro. Nel frattempo, fintanto che non sarà prudente riempire gli incarichi di governo con i nostri fratelli Giudei, affideremo tali posti importanti a individui la cui fama e il cui carattere siano così cattivi da scavare un abisso fra essi e la Nazione, ed anche a gente di tale risma, che abbia timore di finire in galera se ci disobbedirà. E tutto questo allo scopo di obbligare costoro a difendere i nostri interessi finché abbiano fiato in corpo.






Protocollo IX




Per sottomettere le Nazioni.

Nell'applicare questi nostri principi dovete badare specialmente alle caratteristiche della Nazione nella quale vi trovate, e nella quale dovete operare. Non dovete aspettarvi di applicare genericamente con successo i nostri principi, fino a che la nazione di cui si tratta non sarà stata rieducata secondo le nostre dottrine. Procedendo con cautela nell'applicazione dei nostri principi, vedrete, prima che siano passati dieci anni, cambiati i caratteri più ostinati, e noi così avremo aggiunto un'altra nazione alle file di quelle che ci sono già sottomesse.

Alle parole liberali della nostra divisa massonica: "Libertà, Uguaglianza e Fratellanza, sostituiremo, non quelle del nostro vero motto, ma bensì delle parole esprimenti semplicemente un'idea, e diremo: Il Diritto della Libertà, il Dovere dell'Uguaglianza, e il Concetto della Fratellanza. E così prenderemo il toro per le corna. In realtà noi abbiamo già distrutto tutte le forze di governo fuorché la nostra, benché esistano ancora in teoria.

 

L'antisemitismo strumento dell'Ebraismo.

Al momento attuale, se un Governo assume un atteggiamento a noi contrario si tratta di una pura formalità; esso agisce essendo noi pienamente informati del suo operato e con il nostro consenso, accordato perché le dimostrazioni anti- semitiche ci sono utili per mantenere l'ordine fra i nostri fratelli minori. Non amplierò di più questo argomento, perché lo abbiamo già discusso molte altre volte. Il fatto sta ed è, che non incontriamo ostacoli di sorta. Il nostro Governo occupa una posizione così eccessivamente forte di fronte alla legge, che quasi possiamo, per designarlo, adoperare la potente parola: Dittatura.  Possiamo onestamente asserire che, al momento attuale, noi siamo legislatori; giudichiamo e castighiamo, giustiziamo e perdoniamo: siamo, per così dire, il comandante in capo di tutti gli eserciti e cavalchiamo alla loro testa.




 

Il vero volto dell'ebraismo: Un'ambizione illimitata, un'ingordigia divoratrice, un desiderio spietato di vendetta e un odio intenso.

Governiamo con una forza potentissima, perché abbiamo nelle mani i frammenti di un partito che una volta fu forte ed ora è soggetto a noi.

Abbiamo un'ambizione senza limiti, un’ingordigia divoratrice, un desiderio di vendetta spietato ed un odio intenso. Siamo la sorgente di un terrore che esercita la sua influenza a grande distanza. Abbiamo al nostro servizio individui di tutte le opinioni e di tutti i partiti: uomini che desiderano ristabilire le monarchie, socialisti, comunisti, e tutti coloro che aderiscono ad ogni genere di utopie. Tutti costoro sono aggiogati al nostro carro.

Ciascuno di essi mina, a proprio modo, i residui del potere, cercando di distruggere le leggi ora esistenti. Con questi procedimenti tutti i governi sono tormentati, urlano chiedendo tranquillità e per amor di pace sono disposti a qualunque sacrificio. Ma noi negheremo loro la tranquillità e la pace finché non riconosceranno umilmente il nostro Super- governo Internazionale. Le plebi proclamano a gran voce la necessità di risolvere il sistema sociale, mediante l'Internazionale.

I dissensi fra i partiti li danno nelle nostre mani, perché, per condurre un'opposizione è essenziale avere del denaro, e questo lo controlliamo noi.

Il potere cieco della plebe.

Temevamo che il potere esperimentato dei Sovrani Gentili facesse alleanza con la potenza cieca della plebe; ma abbiamo preso tutte le misure preventive necessarie per evitare che ciò avvenisse. Fra queste due potenze abbiamo edificato una muraglia che consiste nel terrore che ambedue nutrono l'una verso l'altra. Di modo che il potere cieco della plebe è divenuto il sostegno del nostro partito. Noi soli ne saremo i capi e lo guideremo verso l'adempimento del nostro scopo. Perché la mano del cieco non si liberi dalla nostra stretta, dobbiamo tenerci costantemente in contatto con le masse, se non di persona, per lo mano mediante i fedeli fratelli.

Quando diventeremo una Potenza riconosciuta, arringheremo la popolazione di persona, nelle piazze, e la istruiremo nella politica in quel modo e con quell'indirizzo che giudicheremo conveniente. Come potremo verificare ciò che sarà insegnato al popolo nelle scuole di campagna? In ogni caso le parole pronunciate dall'inviato governativo o dal sovrano stesso, saranno conosciute certamente dall'intera nazione, perché le diffonderà la voce stessa del popolo.

Tutte le istituzioni nelle mani ebraiche.

Per non distruggere prematuramente le istituzioni dei Gentili, noi vi abbiamo posto sopra le nostre mani esperte, impadronendoci delle molle motrici dei loro meccanismi. Questi erano una volta congegnati con severità e giustizia; ma noi abbiamo sostituito a tutto ciò amministrazioni liberali e disordinate.

 

Interpretazione delle leggi.

Abbiamo messo le nostre mani ovunque: nella giurisdizione, nelle elezioni, nell'amministrazione della stampa, nel promuovere la libertà individuale, e cosa ancora più importante, nell'educazione, che costituisce il sostegno principale della libera esistenza. Abbiamo corbellato e corrotto la nuova generazione dei Gentili, insegnandole principi e teorie di cui conoscevamo la falsità assoluta, pur avendoli inculcati con cura assidua. Pur senza alterare veramente le leggi in vigore, ma solo deformandone il significato ed interpretandole in senso diverso da quello che avevano in mente coloro che le formularono, abbiamo ottenuto dei risultati estremamente utili.

Ciò si è potuto ottenere principalmente per il fatto che la nostra interpretazione nascose il vero significato delle leggi, ed in seguito le rese talmente incomprensibili, che divenne impossibile per i Governi di dipanare un codice legale così confuso. Da ciò ebbe origine la teoria di non badare alla lettera della legge, ma di giudicare secondo coscienza.

 

Il Finimondo.

Ci si contesta, che le nazioni possono insorgere contro di noi qualora i nostri piani siano scoperti prematuramente; ma noi, anticipando questo avvenimento, possiamo essere sicuri di mettere in azione una forza talmente formidabile da far rabbrividire anche gli uomini più coraggiosi. In quel tempo, tutte le città avranno ferrovie metropolitane e passaggi sotterranei: da questi faremo saltare in aria tutte le città del mondo, insieme alle loro istituzioni e ai loro documenti.





Protocollo X



La realtà e l'apparenza.

Oggi comincerò ripetendo ciò che è già stato detto, e vi prego tutti di tenere presente che i governi e le Nazioni si contentano, in politica, del lato appariscente di qualunque cosa. E, dove troverebbero il tempo di esaminare la parte recondita degli avvenimenti se i loro rappresentanti non pensano che a divertirsi?

Per la nostra politica è sommamente importante di tenere presente il particolare sopraddetto, perché ci sarà di grande aiuto quando discuteremo taluni problemi, come ad esempio la distribuzione del potere, la libertà di parola, di stampa e di religione, il diritto di fondare associazioni, e l'uguaglianza di fronte alla legge, l'inviolabilità della proprietà e del domicilio, la questione della tassazione (il concetto della tassazione segreta) e la forza retroattiva delle leggi.

Tutti gli argomenti di questo genere, sono di tale natura, che non è prudente di discuterli apertamente in cospetto del pubblico. Ma nel caso in cui saremo obbligati a farne cenno alla folla, gli argomenti non dovranno essere enumerati bensì, senza entrare in particolari, si dovranno fare al popolo delle dichiarazioni circa i principi del diritto moderno riconosciuti da noi.

 

La reticenza.

l'importanza della reticenza sta nel fatto, che un principio che non sia stato palesato apertamente, ci lascia una grande libertà d'azione; mentre il principio stesso, una volta dichiarato, acquista il carattere di una cosa stabilita. La Nazione tiene in considerazione speciale la potenza di un genio politico e tollera le sue prepotenze commentandole in questo modo: Che tiro birbone, ma con che abilità lo ha eseguito! Oppure: che canagliata, ma come ben fatta e con quanto coraggio!.

 

Gli agenti di Israele.

Noi speriamo di attirare le nazioni e lavorare per mettere le fondamenta del nuovo edificio da noi progettato. Per questa ragione dobbiamo assicurarci i servizi di agenti audaci e temerari, capaci di abbattere qualsiasi ostacolo al nostro avanzare.

 

Il colpo di stato.

Quando faremo il nostro colpo di Stato, diremo al popolo: Tutto andava in malora; tutto avete sofferto; ma noi ora distruggiamo le cause delle vostre sofferenze; vale a dire le nazionalità, le frontiere e le monete nazionali. Certamente sarete liberi di condannarci ma il vostro verdetto non può essere giusto se lo pronunciate prima di sperimentare ciò che possiamo fare per il vostro bene. Allora il popolo esultante e pieno di speranza, ci porterà in trionfo; La potenza del voto, al quale abbiamo addestrato i membri più insignificanti dell'umanità per mezzo di comizi organizzati e di accordi prestabiliti, adempierà allora il suo ultimo compito. Questa potenza, che è stato il mezzo con cui ci siamo messi sul trono, ci ripagherà l'ultimo suo debito nella sua ansia di vedere il risultato delle nostre proposte, prima di pronunciare il suo giudizio in proposito.

 

Il suffragio universale.

Per raggiungere la maggioranza assoluta dobbiamo indurre tutti a votare senza distinzione di classe; una maggioranza simile non si potrebbe ottenere dalle classi educate o da una società divisa in caste.

Annientamento della famiglia e dei valori morali.

Dunque, avendo inculcato in ogni uomo il concetto della propria importanza, distruggeremo la vita familiare dei Gentili e la sua influenza educatrice. Impediremo agli uomini di cervello di farsi avanti, ed il popolo, guidato da noi, non solo li terrà sottomessi, ma non permetterà neppure ad essi di manifestare i loro piani. La turba è abituata a darci ascolto, perché la paghiamo per avere l'attenzione e l'obbedienza. Con tutti questi mezzi creeremo una forza così cieca ,che non sarà mai capace di prendere una decisione senza la guida dei nostri agenti incaricati di guidarla.

 

Il Genio del male.

Questo sistema di governo deve essere il lavoro di una mente sola, perché sarebbe impossibile di consolidarlo se fosse il lavoro combinato di molte intelligenze. Questo è il motivo per cui ci è concesso soltanto di conoscere il piano d'azione, ma non dobbiamo in nessun modo discuterlo, per evitare di distruggere l'efficacia ,il funzionamento delle sue singole parti, ed il valore pratico di ogni suo punto. Tali piani, se fossero posti in discussione e modificati in seguito a successivi scrutini, verrebbero deformati dall'insieme dei malintesi mentali, derivanti dal fatto che i votanti non ne avrebbero penetrato profondamente il significato. Pertanto, è necessario che i nostri piani siano decisivi e logicamente ponderati. Questa è la ragione per cui dobbiamo evitare ad ogni costo, che l'opera grandiosa del nostro Duce sia lacerata o fatta in pezzi dalla plebe, o anche da una camarilla qualsiasi. Per ora questi piani non sconvolgeranno le istituzioni esistenti; ne altereranno soltanto le teorie economiche e, conseguentemente, tutto il corso delle loro procedure, che dovranno seguire inevitabilmente la via tracciata dai nostri piani.

In ogni paese esistono le stesse istituzioni, quantunque sotto nomi diversi, e sono le Camere dei rappresentanti del popolo, i Ministeri, il Senato, una qualunque specie di consiglio privato, nonché tutti i dipartimenti legislativi e amministrativi. Non occorre che io vi spieghi il meccanismo connettente tutte queste differenti istituzioni, perché ne siete perfettamente al corrente.

Notate solamente che ciascuna delle suddette istituzioni corrisponde a qualche importante funzione del governo. Adopero la parola importante, non in riguardo alle istituzioni stesse, ma, bensì, riferendomi alle loro funzioni. Tutte queste istituzioni si sono ripartite le varie funzioni governative, vale a dire, i poteri amministrativi, legislativi, ed esecutivi; e le loro funzioni sono diventate simili a quelle dei singoli organi del corpo umano.

 

L'infezione.

Se danneggiamo una qualunque parte del meccanismo governativo, tutto lo Stato ne soffrirà e ne morirà, come accade per un corpo umano. Quando inoculammo il veleno del liberalismo nell'organismo dello Stato, la sua costituzione politica cambiò; gli Stati vennero infettati da una malattia mortale: la decomposizione del sangue. Dobbiamo solo attendere la fine della loro agonia. Il liberalismo fece nascere i Governi costituzionali, che sostituirono l'autocrazia, l'unica forma sana di governo dei Gentili.

La forma costituzionale ,come ben sapete, non è altro che una scuola di dissezioni, disaccordi, contese e inutili agitazioni di partito: in breve, essa è la scuola di tutto ciò che indebolisce l'efficienza del governo. La Tribuna, come pure la Stampa, hanno contribuito a rendere i governanti deboli ed inattivi, rendendoli in tal modo inutili e superflui; ed è per questo motivo che in molti paesi vennero destituiti. Allora l'istituzione dell'era repubblicana divenne possibile, ed al posto del Sovrano mettemmo una caricatura del medesimo nella persona di un presidente, che scegliemmo nella ciurmaglia ,fra le nostre creature e i nostri schiavi. Così minammo i Gentili, o piuttosto le nazioni dei Gentili.

 

Il Fantoccio.

In un prossimo futuro faremo del presidente un agente responsabile. Allora non avremo più scrupoli a mettere arditamente in esecuzione i nostri piani, per i quali sarà tenuto responsabile il nostro "fantoccio". Cosa importa se le fila dei cacciatori di impieghi si indeboliscono; se l'impossibilità di trovare un presidente genera delle confusioni che indeboliranno, in definitiva, il Paese?

Per ottenere questi risultati predisporremmo le cose in modo che siano eletti alla carica presidenziale individui bacati, che abbiano nel loro passato uno scandalo tipo Panama, o qualche altra transazione losca e segreta. Un presidente di tale specie temerà di essere denunziato, e sarà sotto l'influenza di questa paura la quale si impadronirà di colui che, salito al potere, è ansioso di conservarsi i privilegi e gli onori inerenti alla sua alta carica. Il Parlamento eleggerà, proteggerà e metterà al coperto il presidente, ma poi toglieremo al Parlamento la facoltà di introdurre nuove Leggi, nonché di mutare le esistenti. Questo potere lo conferiremo ad un presidente responsabile, il quale sarà una semplice marionetta nelle nostre mani.

Così il potere presidenziale diventerà un bersaglio esposto ad attacchi di vario genere, ma noi gli daremo dei mezzi di difesa conferendogli il diritto di appellarsi al popolo direttamente, al di sopra dei rappresentanti della nazione, vale a dire di appellarsi a quel popolo che è nostro schiavo cieco: alla maggioranza della plebe. Inoltre, daremo al presidente la facoltà di proclamare la legge marziale. Spiegheremo questa prerogativa col fatto che il presidente, essendo il capo dell'esercito, deve averlo ai suoi comandi per proteggere la nuova costituzione repubblicana, essendo questa protezione un dovere per il rappresentante responsabile della repubblica.

 

La nuova costituzione.

Naturalmente, in simili condizioni, la chiave della situazione recondita sarà nelle nostre mani, e nessuno all'infuori di noi, controllerà la legislazione. Inoltre, quando introdurremo la nuova costituzione repubblicana, col pretesto della segretezza di Stato toglieremo al Parlamento il diritto di discutere l'opportunità delle misure prese dal governo. Con questa nuova costituzione ridurremo al minimo il numero dei rappresentanti della Nazione, diminuendo così di altrettanto le passioni politiche, e la passione per la politica. Se malgrado ciò questi rappresentanti divenissero recalcitranti, li sostituiremo appellandoci alla nazione. Il presidente avrà la facoltà di nominare il presidente ed il vice presidente della Camera dei Deputati e del Senato.

Alle continue sessioni parlamentari, sostituiremo sessioni della durata di pochi mesi. Inoltre il presidente, quale capo del potere esecutivo, avrà il diritto di convocare e di sciogliere il Parlamento, e, nel caso di scioglimento, di rinviare la convocazione del nuovo. Ma perché il presidente non possa essere ritenuto responsabile delle conseguenze di questi atti- che, parlando con precisione, sarebbero illegali - prima che i nostri piani siano maturati, noi persuaderemo i ministri e gli alti funzionari amministrativi che circondano il presidente, a contravvenire ai suoi comandi emanando istruzioni di loro iniziativa, ed in tal modo li obbligheremo a sopportare le responsabilità invece del presidente. Raccomanderemo specialmente che questa funzione venga assegnata al Senato, al Consiglio di Stato, oppure al Gabinetto, ma non mai a singoli individui. Le leggi che possono essere interpretate in diverse maniere, saranno interpretate a modo nostro dal presidente, il quale, inoltre, annullerà le leggi quando lo riterremo utile, ed avrà anche il diritto di proporne delle nuove temporanee, e persino di fare modificazioni nel lavoro costituzionale del Governo, prendendo, come pretesto, le esigenze di benessere del paese.


 

Passaggio all'autocrazia.

Provvedimenti di questa specie ci metteranno in grado di sopprimere, a poco a poco, quei diritti e quelle concessioni che fossimo stati costretti ad accordare da principio, nell'assumere il potere. Tali concessioni dovremo introdurle nella costituzione dei governi, per mascherare l'abolizione graduale di tutti i diritti costituzionali, quando giungerà il momento di cambiare tutti i governi esistenti sostituendovi la nostra autocrazia. Può darsi che il riconoscimento del nostro autocrate avvenga prima dell'abolizione delle costituzioni. Vale a dire che il riconoscimento del nostro Regno avrà inizio nel momento stesso in cui il popolo, scisso dai dissensi e dolorante per i fallimenti dei suoi governanti ( e tutto questo sarà stato preparato da noi), griderà: Destituiteli e dateci un autocrate che governi il mondo, che ci possa unificare distruggendo tutte le cause di dissenso, cioè le frontiere, le nazionalità, le religioni, i debiti dello Stato, ecc., un capo che ci possa dare la pace ed il riposo che non abbiamo sotto il governo del nostro sovrano e dei nostri rappresentanti.

 

I Flagelli.

Ma voi sapete benissimo, che allo scopo di ottenere che la moltitudine debba formulare a gran voce una richiesta simile, è tassativamente necessario disturbare senza posa in tutti i paesi le relazioni esistenti fra popolo e governo, promuovere ostilità, guerre, odio e persino il martirio, mediante la fame, la carestia e l'inoculazione di malattie, in tale misura che i Gentili non vedano altro modo per uscire da tanti guai, che un appello per la protezione al nostro denaro e alla nostra completa sovranità. Però se diamo alla nazione il tempo di rifiatare, sarà difficile si ripresenti per noi una circostanza ugualmente favorevole.



Protocollo XI





La Costituzione che prepara Israele.

Il Consiglio di Stato accentuerà il potere del regnante. Nella sua posizione il corpo legislativo ufficiale sarà, in certo qual modo, un comitato per la promulgazione dei comandi del Regnante. Eccovi dunque un programma della nuova costituzione che prepariamo al mondo. Faremo le leggi, definiremo i diritti costituzionali, li amministreremo con questi mezzi:

1. Decreti della camera legislativa, suggeriti dal Presidente.

2. Ordini generici, ordini del Senato e del Consiglio di Stato, e decisioni

del Consiglio dei Ministri.

3. Quando il momento opportuno sarà giunto, promuoveremo un Colpo di Stato.

Il Colpo di Stato.

Ora, avendo abbozzato il nostro piano d'azione, discuteremo quei particolari che potranno esserci necessari allo scopo di compiere nell'organismo della macchina statale, la rivoluzione nel senso che ho già indicato. Con la parola "Particolari" voglio indicare la libertà di stampa, il diritto di formare delle associazioni, la libertà di religione, l'elezione dei rappresentanti del popolo e moltissimi altri diritti, che dovranno svanire dalla vita quotidiana dell'uomo. Se non scompariranno del tutto, dovranno subire un cambiamento fondamentale dal giorno seguente l'annuncio della nuova costituzione. Prima di quel momento preciso, non sarebbe per noi utile di annunciare tutti i cambiamenti che faremo e per la seguente ragione: Tutti i cambiamenti percettibili potrebbero riuscire pericolosi in qualunque altro momento se fossero applicati per forza esigendone severamente ed indistintamente l'esecuzione, perché ciò potrebbe esasperare il popolo, che paventerebbe nuovi cambiamenti nelle medesime direzioni. D'altra parte, se i cambiamenti dovessero implicare delle tolleranze ancora maggiori, il popolo direbbe che riconosciamo i nostri errori e ciò potrebbe menomare il vanto di infallibilità del nuovo potere.

Il popolo potrebbe anche dire che siamo stati spaventati e quindi obbligati a cedere; e se così fosse, nessuno ci sarebbe mai riconoscente perché il popolo ritiene di aver diritto di ottenere sempre nuove concessioni.

Sarebbe enormemente pericoloso per il prestigio della nuova costituzione, che l'una o l'altra di queste impressioni si facesse strada nella mente del pubblico.

 

Tirannia.

Per noi è essenziale che, dal primo momento della nuova proclamazione, il popolo, mentre soffrirà ancora le conseguenze del cambiamento repentino e sarà in uno stato di terrore e di indecisione, realizzi che siamo così potenti, così invulnerabili, e così pieni di forza, che in nessun caso prenderemo in considerazione i suoi interessi. Faremo capire al popolo, che non solo non ci daremo nessun pensiero delle sue opinioni e dei suoi desideri, ma altresì che saremo pronti in qualunque momento ed in qualunque luogo a sopprimere con una mano forte qualsiasi espressione o accenno di opposizione. Faremo sì che il popolo capisca che essendoci impadroniti di tutto quello che desideravamo, non gli permetteremo mai, in nessun modo, di partecipare al nostro potere. Ed allora esso, preso dallo sgomento, chiuderà gli occhi su tutto ed aspetterà pazientemente lo svolgersi di ulteriori avvenimenti.

 

I Gentili sono un branco di pecore, noi siamo i Lupi.

Sapete cosa fanno le pecore quando i lupi entrano nell'ovile? chiudono gli occhi. A questo saranno costretti anche i Gentili, perché prometteremo loro la restituzione di tutte le loro libertà, dopo che avremo soggiogato i nemici del mondo e costretti tutti i partiti a sottomettersi. Non occorre che vi dica quanto tempo dovranno aspettare, per riavere queste loro libertà!

 

Perché fu creata la Massoneria.

Per qual motivo fummo indotti ad inventare la nostra politica ed instillarla nelle menti dei Gentili? Noi instillammo in essi questa politica senza permettere loro di comprenderne l'intimo significato. Che cosa ci spinse ad adottare questa linea di condotta? Questo: che noi, razza dispersa, non potevamo, come tale, conseguire il nostro scopo con mezzi diretti, ma soltanto con mezzi indiretti, subdoli e fraudolenti. Questa fu la vera causa ed origine della nostra organizzazione massonica, che questi porci di Gentili non riescono a scandagliare, e di cui non sospettano neppure le mire. Noi li prendiamo come lo zimbello delle nostre numerose logge, le quali hanno l'apparenza di essere puramente massoniche, allo scopo di gettare la polvere negli occhi dei loro simili.

 

La Dispersione fu la nostra forza.

Per grazia di Dio, il suo Popolo prediletto fu sparpagliato, ma questa dispersione, che sembrò al mondo la nostra debolezza, dimostrò di essere la nostra forza, che ora ci ha condotto alla soglia della Sovranità Universale. Ci rimane da costruire ancora poco su queste fondamenta, per raggiungere la nostra meta.





Protocollo XII




La Libertà.

La parola Libertà, suscettibile di diverse interpretazioni, sarà da noi definita nel modo seguente: "La Libertà è il diritto di fare ciò che la legge permette". Tale definizione ci servirà in questo senso, che sarà in nostro arbitrio di dire dove potrà esserci libertà e dove no, per la semplice ragione che la legge permetterà solamente quello che a noi piacerà.

 

La stampa.

Il nostro atteggiamento verso la stampa sarà il seguente: Che cosa fa la stampa attualmente? Essa serva a suscitare nel popolo passioni furenti, oppure, talvolta, dissensi egoistici di partito; cause entrambe che possono essere necessarie al nostro scopo. La stampa è spesse volte vuota, ingiusta e mendace, e la maggior parte della gente non ne capisce affatto le vere intenzioni. Noi la barderemo e ne terremo fermamente in pugno le redini.

 

Le Case editrici.

Inoltre, dovremo acquistare il controllo di tutte le altre case editrici. Non ci servirebbe a nulla il solo controllo dei giornali se restassimo esposti ad attacchi con opuscoli e libri. L'attuale costosa produzione libraria, la trasformeremo in una risorsa vantaggiosa per il nostro governo,  mediante una speciale tassa da bollo, ed obbligando gli editori e i tipografi a versarci un deposito cauzionale, allo scopo di garantire il nostro governo da qualunque forma di attacco da parte della stampa. E qualora questo si produca, imporremo multe a destra e sinistra. Da questi mezzi: bolli, cauzioni e multe, il governo ricaverà una larga sorgente di lucro. Naturalmente, i giornali di partito non si daranno pensiero di pagare delle multe forti, ma noi li sopprimeremo senz'altro dopo un secondo loro serio attacco. Nessuno potrà impunemente attentare al prestigio della nostra infallibilità politica. Per sopprimere qualunque pubblicazione prenderemo un pretesto: diremo, per esempio, che eccita l'opinione pubblica, senza ragione e senza fondamento. Ma vi prego di tenere presente che fra le pubblicazioni aggressive ve ne saranno anche talune istituite da noi, apposta con tale intento. Ma esse attaccheranno solo quei punti della nostra politica, che abbiamo l'intenzione di cambiare.

 

La Censura.

Nessuna informazione giungerà al pubblico, senza essere stata prima controllata da noi. Stiamo già raggiungendo questo scopo anche attualmente, per il fatto che tutte le notizie sono ricevute da poche Agenzie, nelle quali sono centralizzate da tutte le parti del mondo. Quando giungeremo al potere, queste agenzie ci apparterranno completamente, e pubblicheranno solo quelle notizie che noi permetteremo.

Se, date le condizioni attuali, siamo riusciti a controllare la società dei Gentili ad un punto tale che essa vede gli affari mondiali attraverso le lenti colorate con le quali le copriamo gli occhi; se anche ora nulla ci impedisce di conoscere i segreti di Stato, come stupidamente li chiamano i Gentili, quale sarà la nostra posizione, quando saremo ufficialmente riconosciuti come governatori del mondo nella persona del nostro Imperatore Universale? Ritorniamo all'avvenire della stampa. Chiunque desidererà diventare editore, libraio o tipografo, dovrà ottenere un certificato ed una licenza, che perderanno in caso di disobbedienza. I canali attraverso i quali il pensiero umano trova la sua espressione, saranno con questi mezzi posti nelle mani del nostro governo, che li userà come organi educativi, e così impedirà che il pubblico sia messo sulla falsa strada mediante l'idealizzazione del progresso o con il liberalismo.

 

Il Progresso.

Chi fra noi non sa, che questo fantastico beneficio conduce direttamente all'utopia, da cui nacquero l'anarchia e l'odio verso l'autorità? E ciò per la semplice ragione che il progresso, o piuttosto l'idea d'un progresso liberale, diede al popolo differenti concetti dell'emancipazione, senza mettervi alcun limite. Tutti i cosiddetti liberali sono degli anarchici, se non per le loro azioni, certamente per le loro idee. Ognuno di essi corre dietro al fantasma della libertà, credendo di poter fare quello che vuole, vale a dire, cadendo in uno stato di anarchia per l'opposizione che fa, unicamente per il gusto di farla.

 

Ancora della stampa.

Discutiamo ora la stampa editrice di libri ecc. Noi la tasseremo nello stesso modo della stampa giornalistica, vale a dire per mezzo di bolli e cauzioni. Ma sopra i libri con meno di 300 pagine metteremo una tassa doppia, li classificheremo fra gli opuscoli per far diminuire la pubblicazione dei periodici, che costituiscono la forma più virulenta del veleno stampato. Queste misure obbligheranno altresì gli scrittori a pubblicare delle opere così lunghe, che avranno pochi lettori e principalmente a causa del loro prezzo alto. Noi stessi pubblicheremo delle opere a buon mercato, per educare la mente del pubblico e avviarla nella direzione da noi desiderata. La tassazione determinerà una riduzione della letteratura dilettevole e senza scopo, e la responsabilità che incontreranno di fronte alla legge, darà tutti gli autori nelle nostre mani. Nessuno, che desideri attaccarci con la sua penna, troverebbe un editore.

Prima di stampare qualsiasi genere di lavoro, l'editore o il tipografo dovrà chiedere alle autorità un permesso speciale per pubblicare il detto lavoro. In questo modo conosceremo in anticipo qualsiasi congiura contro di noi, e potremo colpirla prevenendola e pubblicando una confutazione.

La letteratura e il giornalismo sono le due più importanti forze educative, e per questo motivo il nostro governo si accaparrerà il maggior numero di periodici. Con questo sistema neutralizzeremo la cattiva influenza della stampa privata, ed otterremo un'influenza enorme sulla mente umana. Se dovessimo permettere la pubblicazione di dieci periodici privati, noi stessi dovremmo pubblicarne trenta, e così via.

 

Le apparenti opposizioni.










Ma il pubblico non deve avere il minimo sospetto di queste precauzioni; perciò tutti i periodici pubblicati da noi, avranno apparentemente vedute ed opinioni contraddittorie, ispirando così la fiducia e presentando un'apparenza attraente ai nostri non sospettose nemici, che cadranno nella nostra trappola  e saranno disarmati.

In prima fila metteremo la stampa ufficiale. Essa sarà sempre in guardia per difendere i nostri interessi, e perciò la sua influenza sul pubblico sarà relativamente insignificante. In seconda fila metteremo la stampa semi- ufficiale ,la quale dovrà attirare i tiepidi e gli indifferenti. In terza fila metteremo quella stampa che farà finta di essere all'opposizione e che, in una delle sue pubblicazioni, figurerà come nostra avversaria.

I nostri veri nemici confideranno in quest’opposizione e ci mostreranno le loro carte. Tutti i nostri giornali sosterranno partiti diversi: L'aristocratico, il repubblicano, il rivoluzionario e persino l'anarchico. Ma naturalmente questo sarà solo fino a quando dureranno le costituzioni. Questi giornali, come il Dio Indiano Visnù, avranno centinaia di mani, ognuna delle quali tasterà il polso della variabile opinione pubblica.

Quando il polso batterà più forte, queste mani faranno inclinare l'opinione pubblica verso la nostra causa, perché un soggetto nervoso è facile ad esser guidato e facilmente cade sotto un'influenza qualsiasi.

I chiacchieroni che credono di ripetere l'opinione dei giornali del loro partito, in realtà non faranno che ripetere la nostra opinione, oppure quella che desideriamo di far prevalere; nella convinzione di seguire l'organo del loro partito, costoro seguiranno in realtà la bandiera che faremo sventolare sotto i loro occhi.

Commissione Centrale della Stampa.

Perché il nostro esercito giornalista estrinsechi il concetto intimo di questo programma, avendo l'apparenza di appoggiare i diversi partiti, dovremo organizzare la nostra stampa con la massima cura. Con il titolo di Commissione Centrale della Stampa, organizzeremo delle riunioni letterarie, alle quali i nostri agenti, senza farsene accorgere, daranno il segno di riconoscimento e la parola d'ordine. I nostri organi discutendo e contrastando la nostra politica, sempre superficialmente, si intende, e senza toccare i lati importanti, faranno finta di polemizzare con i giornali ufficiali, allo scopo di fornirci il pretesto di definire i nostri piani con maggiore accuratezza di quanto avremmo potuto fare con i nostri programmi preliminari. Si capisce, però, che tutto questo sarà fatto quando sarà vantaggioso per noi.

Finta libertà di parola.

Questa opposizione da parte della stampa, servirà anche a far credere al popolo che la libertà di parola esiste sempre. Essa darà ai nostri agenti l'opportunità di dimostrare che i nostri avversari ci muovono accuse insensate, nell'impossibilità da parte loro di trovare un terreno solido sul quale combattere la nostra politica.

Queste misure, che sfuggiranno all'attenzione pubblica, saranno i mezzi più proficui per guidare l'opinione pubblica ed ispirare fiducia nel nostro governo. Grazie a queste misure, potremo eccitare o calmare l'opinione pubblica, circa le questioni politiche; quando ci occorrerà di farlo. Potremo persuaderla o confonderla, stampando notizie vere o false, fatti o contraddizioni, secondo quello che servirà al nostro scopo. Le informazioni che pubblicheremo dipenderanno dal modo con cui il pubblico sarà in quel tempo propenso ad accettare quel dato genere di notizie; e staremo sempre molto attenti, scandagliando il terreno prima di camminarci sopra.

Le restrizioni che, come ho già detto, imporremo alle pubblicazioni private, ci daranno la certezza di sconfiggere i nostri nemici, perché essi non avranno a loro disposizione organi di stampa mediante i quali dare veramente libero e pieno corso alle loro opinioni. Non ci occorrerà neppure di contraddire ufficialmente le loro affermazioni. Se sarà necessario, le confuteremo semi- ufficialmente con dei "ballon d'essai", che faremo lanciare dalla nostra stampa di terza fila.

 

Il sistema delle intese massoniche.

Esiste già, nel giornalismo francese, tutto un sistema di intese massoniche per darsi la parola d'ordine. Tutti gli organi di stampa sono legati da segreti professionali reciproci, al modo degli antichi oracoli. Nessuno dei suoi membri rivelerà mai di essere a conoscenza di un segreto qualora non abbia ricevuto l'ordine di renderlo pubblico. Nessun editore avrà il coraggio di tradire un segreto confidatogli, per la ragione che nessuno è ammesso nel mondo letterario, il quale non abbia preso parte a qualche losco affare nella sua vita passata. Pertanto, se qualcuno desse il minimo segno di disubbidienza, il triste episodio del suo passato verrebbe palesato immediatamente. Finché il passato losco di questi individui è conosciuto da pochi, il prestigio di ogni giornalista attira l'opinione pubblica di tutto il paese. Il popolo lo segue e lo ammira.




L'opinione in provincia.

I nostri piani, si debbono estendere principalmente nelle provincie. E' per noi essenziale di creare certe idee e di infondere tali opinioni nelle provincie, perché in qualunque momento possiamo servircene lanciandole nella capitale come opinioni neutrali delle provincie. Naturalmente la fonte e l'origine delle idee non saranno alterate, perché le idee saranno nostre. Per noi è assolutamente necessario, prima di assumere il potere, che le città siano, qualche volta, dominate dalle opinioni delle provincie; vale a dire che le città sappiano l'opinione della maggioranza, quale sarà stata preparata da noi. E' per noi necessario che le capitali, giunto il momento critico psicologico, non abbiano il tempo materiale di discutere un fatto compiuto, ma siano obbligate ad accettarlo perché è stato approvato da una maggioranza nelle provincie.

 

Regime superiore.

Quando poi arriveremo al periodo del nuovo regime- cioè durante il periodo transitorio che precederà la nostra sovranità- non permetteremo alla stampa di pubblicare qualsiasi resoconto di delitti, essendo essenziale che il popolo creda il nuovo regime talmente superiore, d'aver soppresso persino la delinquenza. I delitti che avverranno saranno conosciuti solo dalle loro vittime, e dagli eventuali testimoni oculari, e da nessun altro.






Protocollo XIII



Il giogo del pane.

La necessità del pane quotidiano obbligherà i Gentili a tacere, e a rimanere nostri umili servitori. Quei Gentili che potremo impiegare nella nostra stampa, discuteranno, dietro i nostri ordini, quei fatti che non sarebbe conveniente, per noi, di pubblicare nella nostra Gazzetta ufficiale. E mentre avranno luogo così discussioni e dispute di ogni genere, noi promulgheremo le leggi che ci occorrono, e le presenteremo al pubblico quali fatti compiuti. Nessuno oserà chiedere che queste leggi vengano revocate, specialmente perché faremo credere che il nostro scopo sia quello di promuovere il progresso. Poi la stampa svierà l'attenzione del pubblico, per mezzo di nuove proposte (sapete bene che abbiamo sempre abituato le popolazioni a cercare nuove emozioni).

 

Avventurieri politici.

Avventurieri politici senza cervello, si affretteranno a discutere i nuovi problemi: la stessa razza di gente che non comprende neppure ora nulla di cui parla. I problemi politici non sono fatti per essere compresi dalla gente comune, ma solamente, come ho già detto, da quella classe di governanti, che da secoli dirigono gli affari. Da tutto questo insieme di fatti potete concludere, che quando useremo una certa deferenza all'opinione pubblica, di tanto in tanto, avremo lo scopo di facilitare il funzionamento del nostro meccanismo. Vi accorgerete anche che cerchiamo di far approvare le varie questioni soltanto a furia di parole e non di fatti.

Affermiamo continuamente, che tutte le misure prese da noi sono ispirate dalla speranza e dalla certezza di aiutare il benessere comune.

Allo scopo di distogliere la gente troppo irrequieta dalla discussione delle questioni politiche, la provvederemo di problemi nuovi; quelli dell'industria e del commercio. Su questi problemi potranno eccitarsi finché vorranno.

Le masse acconsentono di astenersi e di desistere da ciò che credono sia l'attività politica, solo se possiamo dar loro qualche nuovo svago; come ad esempio il commercio. E tenteremo di dar da intendere ad esse, che anche il commercio è un problema politico. Noi stessi inducemmo le masse a prendere parte alla politica, per assicurarci il loro appoggio nella nostra campagna contro i governi Gentili. Per impedire che il popolo scopra da sé una qualsiasi nuova linea d'azione politica, lo terremo distratto con varie forme di divertimenti: sport, passatempi, passioni di vario genere, osterie e via discorrendo. Fra poco inizieremo a mettere degli avvisi nei giornali invitando il popolo a competere in ogni genere di nuove imprese, come ad esempio alle gare artistiche, di sport ecc. Questi nuovi interessi, distoglieranno definitivamente l'attenzione del pubblico dalle questioni che potrebbero metterci in conflitto con la popolazione.

 

Il popolo perderà la facoltà di pensare.





Il popolo, siccome perderà poco a poco la facoltà di pensare con la sua testa, griderà compatto insieme a noi, per l'unica ragione che saremo i soli membri della società in grado di promuovere nuove linee di pensiero.

Questi nuovi concetti noi li metteremo avanti per mezzo di agenti che il popolo non sospetterà siano nostri alleati. La funzione degli idealisti liberali cesserà repentinamente il giorno in cui il nostro governo sarà riconosciuto. Fino ad allora essi ci renderanno dei buoni servizi. Per questa ragione, cercheremo di indirizzare l'opinione pubblica verso ogni specie di Teoria Fantastica, che possa sembrare progressiva o liberale.

Fummo noi che, col più completo successo, facemmo girare le teste scervellate dei Gentili, colle nostre teorie di progresso, verso il socialismo. Non si trova fra i Gentili una mente capace di intuire che in ogni occasione, dietro la parola Progresso, è nascosta una deviazione della verità, eccezion fatta dei casi in cui la parola libertà si riferisce alla materia delle scoperte scientifiche. Giacché esiste solo una vera dottrina, ed in essa non vi è posto per il progresso. Il progresso, come ogni altro falso concetto, serve a nascondere la verità, affinché essa non sia palese ad altri che a noi, popolo prediletto di Dio, che Egli ha eletto a custode della verità.

Quando saremo al potere, i nostri oratori discuteranno i grandi problemi che hanno agitato l'umanità, allo scopo finale e prefisso di condurre il genere umano sotto il nostro governo benedetto. Chi vorrà, quindi, sospettare che tutti questi problemi furono sollevati da noi, secondo un piano politico prestabilito che nessun uomo ha compreso in tanti secoli?












 

Protocollo XIV



Quando saremo i Signori della Terra.

Quando ci stabiliremo come Signori della Terra, non ammetteremo altra religione che la nostra; cioè una religione che riconosce il Dio solo, a cui il nostro destino è collegato dall'averci Egli eletti, e da cui il destino del mondo è determinato.

 

Dobbiamo distruggere tutte le fedi.

Per questa ragione dobbiamo distruggere tutte le altre professioni di fede. Se il risultato temporaneo di questa distruzione sarà di produrre degli Atei, ciò non si frapporrà al nostro scopo, ma servirà come esempio alle generazioni future, che ascolteranno i nostri insegnamenti sulla religione di Mosè, la quale, con le sue dottrine risolute e ponderate, ci impose come un dovere il mettere tutte le nazioni sotto i nostri piedi.

Inoltre insisteremo molto sulle verità mistiche degli insegnamenti Mosaici, sui quali diremo, è basata tutta la loro forza educativa. Di poi, ad ogni momento, pubblicheremo articoli, paragonando il nostro governo benefico a quello del passato. Lo stato di beatitudine e di pace che esisterà allora, servirà anche ad illustrare il benefico effetto del nostro governo, sebbene sia stato ottenuto mediante disturbi secolari. Dimostreremo, con colori intensi, gli errori amministrativi commessi dai Gentili. Provocheremo con tutto ciò un tale sentimento di avversione per il regime precedente, che le nazioni preferiranno uno stato di pace in condizioni di schiavitù, ai diritti della tanto lodata libertà, che le ha così crudelmente torturate, esaurendone perfino le fonti dell'esistenza umana, ed alla quale furono trascinati da una folla di avventurieri che non sapevano quel che facevano. I cambiamenti inutili di Governo, che abbiamo sempre suggerito ai Gentili, e che sono stati il mezzo con cui abbiamo minato il loro edificio di Stato, avranno allora talmente stancate le nazioni, che esse preferiranno

sopportare qualunque cosa da noi, piuttosto che ritornare ai tumulti e alle disgrazie attraversate. Attireremo l'attenzione specialmente sugli errori storici con i quali i governi dei Gentili tormentarono l'umanità per tanti secoli, nella loro mancanza di comprensione per ciò che riguarda il vero benessere della vita umana, e nella loro ricerca di piani fantastici per la prosperità sociale. Giacché i Gentili non si sono resi conto che i loro piani, invece di migliorare le relazioni fra uomo e uomo, non hanno fatto altro che farle andare di male in peggio. E queste relazioni sono la vera base dell'esistenza umana. Tutta la forza dei nostri principi e delle nostre misure, consisterà nel fatto che saranno spiegate da noi come un luminoso contrasto con le condizioni sociali esistenti sotto l'antico regime, da noi infranto.

 

Solo la nostra Religione.

I nostri filosofi dimostreranno tutti gli svantaggi delle religioni cristiane, ma nessuno potrà mai giudicare la nostra religione nel suo vero significato, perchè nessuno ne avrà mai una completa cognizione, fuorché i nostri, che non si arrischieranno mai a svelarne i misteri.

 

Pornografie e letteratura.

Nei cosiddetti paesi dirigenti, abbiamo fatto circolare una letteratura squilibrata, sudicia e ripugnante. Per un breve periodo dopo il riconoscimento del nostro regno, continueremo ad incoraggiare questa letteratura, acciocché essa dimostri più esplicitamente che mai, il suo contrasto con le dottrine che metteremo in circolazione dal nostro seggio elevato.

 

Per guidare i Gentili.

I nostri sapienti, educati allo scopo di guidare i Gentili, terranno conferenze, concreteranno piani, scriveranno appunti ed articoli, per mezzo dei quali influiranno sugli spiriti degli uomini, piegandoli verso quella scienza e quelle idee che ci converranno.






Protocollo XV



Per stabilire il Regno di Israele.

Quando infine avremo ottenuto il potere per mezzo di numerosi colpi di Stato, che saranno da noi preparati in modo che abbiano luogo simultaneamente in tutti i paesi; e quando i governi di questi saranno stati dichiarati ufficialmente incapaci di reggere la cosa pubblica ( potrà trascorrere un periodo di tempo considerevole prima che tutto ciò avvenga; magari un secolo) faremo ogni sforzo per impedire che siano fatte delle congiure contro di noi. Per raggiungere questo intento applicheremo la pena capitale, senza pietà, per coloro che prendessero le armi per impedire lo stabilirsi del nostro potere. Sarà passibile della pena capitale la fondazione di qualunque nuova società segreta; scioglieremo, mandandone i membri in esilio nelle parti più remote del mondo, le società segrete, tuttora esistenti, che ci sono ben conosciute e che servono ed hanno servito al nostro scopo. L'esilio sarà la sorte di quei frammassoni Gentili che, per avventura, sapessero più di quello che a noi convenga. E quei massoni, ai quali, per una ragione o per un'altra potremo perdonare, li terremo sempre nel continuo timore d'essere esiliati. Decreteremo una legge per condannare tutti i presidenti membri delle società segrete all'esilio fuori dall'Europa, perché qui noi avremo il centro del nostro governo.

 

Provvedimenti spietati.

Le decisioni del nostro governo saranno definitive e nessuno avrà diritto d'appellarsi. Per stabilire l'ordine nella società dei Gentili nella quale abbiamo profondamente inculcato i dissidi e i dogmi della religione protestante, prenderemo provvedimenti spietati, che dimostreranno alle nazioni che il nostro potere non può essere violato. Non dobbiamo preoccuparci delle numerose vittime che saranno sacrificate per ottenere una prosperità futura. Un governo convinto che la propria esistenza dipende non solo dai privilegi di cui gode, ma anche dall'adempimento del suo dovere, ha l'obbligo di conseguire la prosperità anche a costo di molti sacrifici, La condizione principale della sua stabilità resta nel rafforzamento del prestigio del suo potere, e questo prestigio si ottiene soltanto per mezzo di una maestosa ed incrollabile potenza, che deve mostrarsi inviolabile, nonché circondata di un potere mistico. Ad esempio dimostrare che sussiste per mandato divino. Questi sono i requisiti goduti finora dall'autocrazia russa, l'unica nostra nemica pericolosa, se non teniamo conto della Santa Sede. Ricordate che l'Italia, quando grondava sangue, non toccò un capello di Silla; eppure egli era l'uomo che l'aveva dissanguata. Per la sua forza di carattere, Silla divenne un Dio agli occhi della popolazione, ed il suo ritorno intrepido in Italia, lo rese inviolabile.

La plebe non nuocerà mai all'uomo che la ipnotizza con il suo coraggio, e con la sua superiorità mentale.

Moltiplicheremo le logge sotto una direzione unica.


La massoneria fin dal 1700 è stata infiltrata e depèurata dai suoi insegnamenti originari,e oggi in gran parte viene usata come uno strumento per adempiere al loro piano secolare.

 

Fino a quando non avremo conseguito il potere, cercheremo di fondare e moltiplicare le logge massoniche, in tutte le parti del mondo. Alletteremo a farne parte coloro che possono diventare, o sono di già, animati da amore per il pubblico bene. Queste logge saranno la fonte principale ove attingeremo le nostre informazioni; saranno pure i nostri centri di  propaganda. Centralizzeremo tutte queste logge sotto una direzione unica, conosciuta a noi soli, e costituita dai nostri uomini più sapienti.

Queste logge avranno anche i loro rappresentanti, per mascherarne la vera direzione. Questa soltanto avrà diritto di decidere a chi spetti parlare e di preparare l'ordine del giorno. In queste logge annoderemo tutte le classi socialiste e rivoluzionarie della società.

Spionaggio, Polizia e Società Segrete.

I piani politici più segreti, ci saranno subito noti, appena formulati, e ne guideremo l'esecuzione. Quasi tutti gli agenti della polizia nazionale ed internazionale faranno parte delle nostre logge. E' per noi sommamente importante di assicurarci i servizi della polizia, perché essi possono mascherare le nostre imprese, inventare ragioni plausibili per spiegare il malcontento delle masse, come pure colpire coloro che rifiutano di sottomettersi a noi. La maggior parte degli individui che entrano nelle società segrete  sono avventurieri, i quali desiderano di farsi strada in un modo o in un altro e non hanno serie intenzioni. Con gente simile, ci sarà facile perseguire il nostro scopo: essi metteranno in moto il nostro meccanismo. Se il turbamento diverrà mondiale, ciò significherà soltanto che era necessario per noi produrre queste agitazioni, allo scopo di distruggere la troppo grande solidità del mondo. Se nasceranno congiure nel suo seno, significherà che uno dei nostri agenti più fedeli è a capo di questa cospirazione. E' naturale che noi dobbiamo essere gli unici a dirigere le imprese massoniche. Noi soltanto sappiamo dirigerle. Noi conosciamo lo scopo finale di ogni azione, mentre i Gentili ignorano la massima parte di ciò che riguarda la massoneria: essi non sono neppur capaci di vedere i risultati immediati di quello che fanno. Generalmente essi considerano soltanto i vantaggi immediati; si contentano se il loro orgoglio personale è soddisfatto, per l'adempiersi del loro intento; non si accorgono che l'idea originale era nostra e non loro.

Stupidi come pecore, e teste vuote.





 

I Gentili frequentano le Logge Massoniche per pura curiosità, o nella speranza di ricevere la loro parte delle spoglie; alcuni di essi vi entrano pure per poter discutere le loro stupide idee davanti ad un pubblico qualunque. I Gentili vanno alla ricerca delle emozioni procurate dal successo e dagli applausi; noi gliene diamo fin che ne vogliono.

Questo è il motivo per cui permettiamo ad essi di avere successi; cioè allo scopo di volgere a nostro vantaggio gli uomini che credono orgogliosamente di valere qualche cosa, e che, senza accorgersene, si imbevono delle nostre idee, fiduciosi di essere infallibili e convinti di non andar soggetti alle influenze altrui. Non avete idea di quanto sia facile ridurre anche il più intelligente dei Gentili in una condizione ridicola di Ingenuità, agendo sulla sua presunzione, e quanto, d'altra parte, sia facile scoraggiarlo mediante il più piccolo insuccesso, od anche semplicemente cessando di applaudirlo; oppure anche di ridurlo in uno stato di servile sottomissione, allettandolo con la promessa di un qualche nuovo successo.

Per quanto il nostro popolo disprezza il successo, bramando solo la realizzazione dei suoi piani; altrettanto i Gentili amano il successo e sono disposti a sacrificare tutti i loro piani per raggiungerlo. Questo lato del carattere dei Gentili, rende facile di fare d’essi quello che ci piace. Quelli che sembrano tigri, sono invece stupidi come pecore, ed hanno la testa assolutamente vuota.

 

Il collettivismo.

Lasceremo che cavalchino in sogno il corsiero delle vane speranze di poter distruggere l'individualità umana mediante idee simboliche di collettivismo. Essi non hanno ancora compreso, e non comprenderanno mai, che questo sogno fantastico è contrario alla principale legge della natura, la quale, fin dall'inizio del mondo, creò ogni essere diverso da tutti gli altri, perché ognuno avesse una individualità. Il fatto che fummo capaci di far concepire un'idea così errata ai Gentili, è la prova lampante del meschino concetto che essi hanno della vita umana, paragonato a quello che ne abbiamo noi. In questo consiste la maggiore speranza del nostro successo.

 

Per raggiungere lo scopo, qualunque mezzo.

Quanto furono previdenti i nostri sapienti di un tempo, quando ci dissero che, pur di raggiungere uno scopo veramente grandioso, dovevamo ricorrere a qualunque mezzo, senza fermarci a contare le vittime che si dovessero sacrificare al successo della causa! E noi non abbiamo mai contato le vittime uscite dal seme di quelle bestie dei Gentili, e pur avendo sacrificato molta gente nostra, abbiamo dato al nostro popolo una posizione tale nel mondo, che esso non si sarebbe mai sognato di raggiungere. Un numero relativamente piccolo di vittime da parte nostra, ha salvato la nostra nazione dalla distruzione. Ogni uomo deve inevitabilmente morire. E' preferire affrettare la morte di coloro che ostacolano la nostra causa, che di quelli che la promuovono.

 

Sopprimere chi ostacola la nostra causa.

Noi facciamo morire i frammassoni in maniera tale che nessuno, fuorché gli adepti, può averne il minimo sospetto. Neppure le stesse vittime ne sospettano prima del tempo. Muoiono tutti, quando è necessario, di morte apparentemente naturale. E neppure gli iniziati, conoscendo questi fatti, osano protestare! Con questi mezzi abbiamo tagliato fino alle radici ogni velleità di protesta contro i nostri ordini, almeno per quanto riguarda i frammassoni.

 

Tutto è a noi sottomesso.

Predichiamo il liberalismo ai Gentili, ma d'altra parte teniamo la nostra propria nazione in assoluta sottomissione. Per effetto della nostra influenza, le leggi dei Gentili vengono osservate il meno possibile. Il prestigio delle loro leggi è stato minato dalle idee liberali che vi abbiamo introdotto. Le più importanti questioni, sia politiche ,sia morali, vengono decise dai tribunali nel modo stabilito da noi. Il Gentile amministratore di giustizia, esamina le cause in quel modo che a noi pare e piace. Questo risultato lo abbiamo ottenuto mediante i nostri agenti e persone con le quali apparentemente non siamo in relazione, e per mezzo di opinioni propagate con la stampa e con altri mezzi. Persino i senatori ed altri funzionari elevati seguono ciecamente i nostri consigli. La mentalità dei Gentili essendo di natura puramente bestiale, è incapace di osservare ed analizzare chicchessia, e più ancora di precedere le conseguenze alle quali può condurre una causa, presentata sotto una certa luce.

 

Noi siamo gli Eletti di Dio.

Ed è precisamente in questa differenza di mentalità tra noi e i Gentili, che possiamo facilmente riconoscere di essere gli eletti di Dio, nonché la nostra natura sovrumana, in paragone con la mentalità istintiva e bestiale dei Gentili. Costoro non vedono che i fatti, ma non li prevedono e sono incapaci di inventare qualsiasi cosa, eccetto le cose materiali.

 

La natura ci ha destinati a guidare il mondo.

Da tutto questo risulta nettamente, che la natura stessa ci ha destinato a guidare ed a governare il mondo. Quando verrà per noi l'ora di governare apertamente, sarà giunto il momento di dimostrare la bontà del nostro governo. Allora miglioreremo tutte le leggi. Le nostre leggi saranno brevi, chiare e concise: non avranno bisogno di interpretazioni; sicché tutti potranno conoscerle da cima a fondo, dentro e fuori. La caratteristica predominante di queste leggi, sarà l'obbedienza dovuta all'autorità; e questo rispetto all'autorità sarà spinto al massimo grado. Allora cesserà ogni genere di abuso di potere, perché ognuno sarà responsabile di fronte all'Unico potere supremo, che è quello del sovrano. L'abuso di potere da parte di chiunque, che non sia il sovrano, sarà così severamente punito, che tutti perderanno la voglia di provare la loro forza in tale direzione.

Sorveglieremo molto da vicino ogni atto del nostro corpo amministrativo, da cui dipenderà il funzionamento della macchina statale, perché se l'amministrazione diventa fiacca, il disordine sorge ovunque. Non un singolo atto illegale, od un abuso di potere rimarrà impunito. Tutti gli atti di simulazione, o di volontaria trascuratezza da parte degli impiegati amministrativi, cesseranno dopo che costoro avranno veduto i primi esempi di punizione.

 

Saremo inesorabili.

La grandezza della nostra potenza esigerà che siano inflitte punizioni adeguate ed essa; Ciò vuol dire che esse saranno durissime, anche nel caso del più piccolo tentativo di violare il prestigio della nostra autorità allo scopo di lucro personale. L'uomo che soffrirà per le sue colpe, anche se troppo severamente, sarà come un soldato che muore sul campo di battaglia dell'amministrazione per la causa del potere, dei principi e della legge, che non ammette alcuna deviazione dal sentiero pubblico per un vantaggio personale, neanche per coloro che guidano il carro dello stato.

Per esempio, i nostri giudici sapranno che, cercando di essere indulgenti, violeranno la legge della giustizia, la quale è fatta per infliggere punizioni esemplari agli uomini, per le colpe che hanno commesso, e non per dare ad un giudice l'occasione di mostrare la sua clemenza. Questa buona qualità della clemenza, dovrebbe essere esibita solo nella vita privata, e non nella qualità ufficiale di giudice, che influisce su tutta la base dell'educazione del genere umano.

 

La Futura generazione dei giudici.

I membri della magistratura non serviranno più nei tribunali dopo i cinquantacinque anni di età, per le seguenti ragioni:

1°. Perché i vecchi sono più tenacemente attaccati alle idee preconcette e meno capaci di ubbidire ai nuovi ordini.

2° Perché una tale misura ci metterà in grado di fare dei cambiamenti frequenti nel corpo della magistratura, che conseguentemente sarà soggetta a qualunque pressione da parte nostra.

Chiunque desideri mantenere il suo posto, dovrà, per assicurarselo, ubbidirci ciecamente. Generalmente sceglieremo i nostri giudici fra uomini che capiscano che il loro dovere è di punire, e non di permettersi il lusso di sognare il liberalismo, che potrebbe recare danno al piano educativo del nostro governo, come succede ora con i giudici Gentili. Il nostro progetto di mutare spesso i giudici, ci gioverà anche per impedire la formazione di qualsiasi associazione fra di essi; quindi lavoreranno solo nell'interesse del governo, ben sapendo che da ciò dipende il loro avvenire. La futura generazione di giudici sarà educata in tal modo, che preverranno istintivamente qualsiasi azione atta a danneggiare le relazioni reciproche esistenti fra  i nostri sudditi. Attualmente i giudici dei Gentili sono indulgenti verso tutti i delinquenti, perché non hanno il giusto concetto del loro dovere, ed anche per il semplice fatto che i governanti, quando nominano i giudici, non imprimono in essi il concetto del dovere, come sarebbe necessario.

 

Come i governi vanno in pezzi.

I governanti dei Gentili, quando nominano i loro sudditi a cariche importanti, non si danno la pena di spiegare loro l'importanza delle medesime, né per quale ragione dette cariche siano state istituite; essi agiscono come le bestie quando mandano la loro prole in cerca di preda. In questo modo i governi dei Gentili vanno a pezzi a causa dei loro stessi amministratori. Dai risultati del sistema adottato dai Gentili ricaveremo ancora un insegnamento morale e ce ne serviremo per migliorare il nostro governo. Sradicheremo le tendenze liberali da ciascuna delle importanti istituzioni di propaganda del nostro governo, dalle quali possa dipendere l'educazione di coloro che diverranno i nostri sudditi.

Questi posti importanti saranno riservati esclusivamente a coloro che furono da noi educati allo scopo prefisso per l'amministrazione.

 

Israaele possederà tutto l'oro del mondo.

Qualora si osservasse, che il mettere in ritiro troppo presto i nostri impiegati, ci costerebbe troppo caro, risponderei, che anzi tutto cercheremo di trovare un'occupazione privata a questi pensionati, per compensarli della perdita del loro posto governativo, ed in secondo luogo, che il nostro governo possederà in ogni caso tutto il denaro del mondo, e, perciò, la spesa non va presa in considerazione.

 

La nostra autocrazia.

La nostra autocrazia sarà coerente in tutte le sue azioni, quindi il nostro alto comando sarà sempre considerato con la massima deferenza ed obbedito senza riserva, qualunque sia la decisione che gli piacerà di prendere. Ignoreremo qualsiasi espressione di rammarico o di malcontento e puniremo così severamente chiunque mostrasse di non essere soddisfatto, che gli altri, vedendo questo esempio, si cheteranno.

Aboliremo il diritto di appello ,riservandolo per noi stessi; e ciò per ragione che non dobbiamo permettere al popolo di credere che i nostri giudici si possano sbagliare nelle loro decisioni. E, nell'eventualità di un giudizio che richiede una revisione, destituiremo immediatamente il giudice che lo ha emesso, castigandolo pubblicamente, affinché un simile errore non abbia a ripetersi. Ripeto quello che ho già detto, cioè che uno dei nostri principi fondamentali sarà l'attenta sorveglianza dei nostri impiegati amministrativi: e questo si farà principalmente per soddisfare la nazione, la quale ha pieno diritto di esigere che un buon governo abbia buoni impiegati amministrativi.

 

Il sovrano Ebreo.

Il nostro governo avrà l'aspetto di una fede patriarcale, nella persona del suo sovrano. La nostra Nazione e i nostri sudditi considereranno il sovrano come un padre, il quale si cura di tutti i loro bisogni, si occupa delle loro azioni, sistema le relazioni reciproche dei suoi sudditi, nonché quelle di essi verso il governo. Così che il sentimento di venerazione per il regnante si radicherà tanto profondamente nella nazione, che questa non potrà più esistere senza le sue cure e la sua guida. Il popolo non potrà vivere in pace senza il sovrano, e, finalmente, lo riconoscerà come Autocrate. Il popolo nutrirà per il sovrano un sentimento di venerazione talmente profondo da avvicinarsi all’adorazione, specialmente quando si convincerà che i suoi dipendenti seguono i suoi ordini ciecamente, e che egli solo regna su di essi. Il popolo si rallegrerà, vedendoci regolare la nostra esistenza come se fossimo genitori desiderosi di educare la propria prole, in un sentimento profondo del dovere e dell'obbedienza.

 

Tutte le nazioni e i governi sono in uno stato infantile.

Per quanto riguarda la nostra politica segreta, tutte le nazioni sono in uno stato di infanzia ed i loro governi pure. Come potete vedere da voi stessi, io fondo il nostro dispotismo sul Diritto e sul Dovere. Il diritto del governo di pretendere che la gente faccia il suo dovere è in sé stesso un obbligo di chi regna, perché egli è il padre dei suoi sudditi. Il Diritto della forza gli viene concesso perché conduca l'umanità nella direzione stabilita dalle leggi naturali, vale a dire verso l'obbedienza.

Ogni creatura in questo mondo è in soggezione se non di un uomo, di qualche circostanza, oppure della sua stessa natura: insomma di qualcosa che è più forte di lei. Quindi noi dobbiamo essere la forza che assoggetta, per il bene della causa comune. Dobbiamo sacrificare senza esitazione quegli individui che possono violare la legge esistente, perché  la soluzione del grande problema educativo sta nella punizione esemplare.

 

Il Patriarca del Mondo.

Il Re di Israele, nel giorno che porrà sul suo capo consacrato la corona che gli verrà presentata da tutta Europa, diverrà il Patriarca Mondiale. Il numero delle vittime che il nostro Re dovrà sacrificare, non sorpasserà mai quello delle vittime che i Sovrani dei Gentili hanno sacrificato nella loro ricerca di grandezza e per le loro rivalità reciproche. Il nostro sovrano sarà costantemente in contatto col popolo, al quale parlerà dall'alto delle tribune. I suoi discorsi saranno immediatamente messi in circolazione in tutto il mondo.





Protocollo XVI



Le università.

Allo scopo di distruggere qualunque specie di impresa collettiva che non sia la nostra, annienteremo sul loro nascere le opere collettive; vale a dire, che trasformeremo le università e le riedificheremo secondo i nostri piani. I rettori delle università, nonché i professori in esse, saranno preparati in modo speciale per mezzo di elaborati e segreti programmi d'azione, nei quali saranno istruiti e dai quali non potranno deviare impunemente. La massima cura sarà posta nella loro scelta, ed essi dipenderanno interamente dal governo. Escluderemo dal nostro sillabo ogni insegnamento di diritto civile, nonché qualunque altra materia politica. Queste scienze saranno insegnate soltanto a pochi uomini iniziati, scelti per le loro qualità cospicue; le università non potranno più lanciare nel mondo dei giovani inesperti, imbevuti di idee circa nuove forme costituzionali, come se queste fossero commedie o tragedie; oppure dediti ad occuparsi di questioni politiche che neppure i loro padri comprendevano.

Quando la massa del popolo ha delle idee politiche sbagliate, si volge a concezioni utopistiche, con il risultato di diventare un insieme di pessimi sudditi. Ciò potete giudicare da voi, vedendo il sistema educativo dei Gentili. Abbiamo dovuto introdurre tutti questi principi nel sistema educativo allo scopo di distruggere il loro ordine sociale; cosa che abbiamo fatto con pieno successo; ma quando saremo al potere, toglieremo dai programmi educativi tutte le materie che potrebbero turbare lo spirito dei giovani, e li ridurremo ad essere bimbi obbedienti, i quali ameranno il loro sovrano ed in lui riconosceranno il sostegno principale della pace e del benessere pubblico.

 

Abolire i classici e la storia antica.

Invece di far studiare i classici e la storia antica, che contengono più esempi cattivi che buoni, faremo studiare i problemi del futuro. Dalla memoria degli uomini cancelleremo il ricordo dei secoli passati, che potrebbe essere sgradevole per noi, ma ad eccezione di quei fatti che mostrano a colori vivaci gli errori dei governi Gentili. La base fondamentale del nostro programma educativo, sarà l'insegnamento di ciò che si riferisce alla vita pratica, all'organizzazione sociale, alle relazioni fra uomo e uomo. Faremo pure conferenze contro i cattivi esempi egoistici, che sono contagiosi e causa di mali; come anche su altre questioni simili relative all'istinto. Questi programmi saranno tracciati in modo differente per le differenti classi e caste, perché l'educazione di esse dovrà essere ben distinta. Importa molto di insistere su questo punto, che ogni classe, o casta, dovrà essere educata separatamente, secondo la sua speciale condizione e il suo lavoro.

Eccezionalmente, un uomo di genio ha sempre saputo, e saprà sempre, penetrare in una casta più elevata della sua; ma per amore di un caso affatto eccezionale, non conviene mescolare l'educazione delle varie caste, e ammettere gli uomini di basso ceto nelle classi più elevate, soltanto perché occupino i posti di coloro che sono chiamati dalla nascita ad occuparli. Sapete da voi che i Gentili, quando cedettero all'idea assurda di non ammettere differenze fra le diverse classi sociali, andarono incontro al disastro.

 

Niente libertà d’insegnamento.

Affinché il sovrano abbia un posto sicuro nel cuore dei suoi sudditi, è necessario che, durante il suo regno, siano insegnate nelle pubbliche scuole e nei pubblici ritrovi, l'importanza della sua attività e la buona intenzione delle sue imprese. Aboliremo ogni specie di educazione privata. Nei giorni di vacanza gli scolari e i loro genitori avranno il diritto di intervenire nei rispettivi collegi, come se questi fossero dei club, a riunioni nelle quali alcuni professori faranno delle conferenze, apparentemente libere, parlando sulle questioni dei rapporti reciproci fra gli uomini, delle leggi, dei malintesi che generalmente sono la conseguenza di una concezione erronea intorno alla posizione sociale degli uomini. Infine essi faranno delle lezioni sulle nuove teorie filosofiche, che non sono ancora state rivelate al mondo. Noi faremo di queste dottrine degli articoli di fede, servendocene come di gradini per l'ascendere della Fede Nostra.

 

Niente libertà di pensiero.

Quando avrò finito di mettervi completamente al corrente del nostro programma, e quando avremo finito di discutere i nostri piani per il presente e l'avvenire, vi leggerò lo schema di tale nuova teoria filosofica. L'esperienza di molti e molti secoli ci insegna che gli uomini vivono per le idee e ne sono guidati, e che la gente viene ispirata da tali idee soltanto per mezzo dell'educazione, che può essere impartita con i medesimi risultati agli uomini di tutti i secoli, ma naturalmente con mezzi diversi. Con una metodica educazione sapremo eliminare i residui di quella indipendenza di pensiero, della quale ci siamo serviti per i nostri fini da molto tempo. Abbiamo già istituito il sistema di soggiogare la mente degli uomini, con il così detto metodo di educazione dimostrativa; l'insegnamento oculare, il quale rende i Gentili incapaci di pensare indipendentemente, e così essi, come animali ubbidienti, attenderanno la dimostrazione di un'idea, prima di afferrarla. Uno dei nostri migliori agenti in Francia e il Borghese; egli vi ha già introdotto il nuovo metodo di insegnamento dimostrativo.





Protocollo XVII



Gli avvocati.

La professione di giureconsulto rende coloro che la esercitano freddi, crudeli ed ostinati, li priva di tutti i principi e li obbliga a formarsi un concetto della vita che non è umano, ma puramente legale. Si abituano anche a vedere le circostanze soltanto dal punto di vista di quanto ci si può guadagnare facendo una difesa, senza badare alle conseguenze che essa può avere sul benessere pubblico. Un avvocato non si rifiuta mai di difendere una causa. Egli farà di tutto per ottenere l’assoluzione a qualunque costo, attaccandosi ai più meschini cavilli della giurisprudenza, e. con questi mezzi, egli demoralizza il tribunale. Perciò noi limiteremo la sfera d'azione di questa professione, e metteremo gli avvocati sulla stessa base dei funzionari esecutivi. Tanto gli avvocati patrocinatori, quanto i giudici, non avranno il diritto di accordarsi con i loro clienti, ma riceveranno il loro mandato difensivo a seconda dell'assegnazione che ne farà il tribunale. I difensori saranno cioè d'ufficio, e non scelti dagli accusati. Essi studieranno la causa esclusivamente attraverso i documenti ed i rapporti, e difenderanno i loro clienti dopo che questi saranno stati interrogati in tribunale dal pubblico ministero, basando la difesa di essi sui risultati di questo interrogatorio. Il loro onorario sarà fisso, senza tenere conto se la difesa sia, o pure no, riuscita.

Essi diventeranno dei semplici relatori in favore della giustizia, agendo nel senso opposto al pubblico ministero, in quale sarà un relatore in favore dell'accusa, In questo modo, la procedura legale sarà considerevolmente abbreviata. Inoltre, con questi mezzi, otterremo una difesa onesta ed imparziale, la quale non sarà promossa dagli interessi materiali, ma bensì dalla convinzione personale dell'avvocato. Si avrà inoltre il grande vantaggio di mettere fine a qualunque forma di subornamento e di corruzione, che all'epoca attuale può aver luogo nei tribunali di alcuni paesi.

 

Anticlericalismo.

Abbiamo messo molto impegno nello screditare il clero dei Gentili agli occhi del Popolo, e siamo così riusciti a nuocere alla sua missione, che avrebbe potuto ostacolare molto il nostro cammino. L'influenza del clero sul popolo diminuisce di giorno in giorno. Attualmente, la libertà di religione prevale ovunque, e l'epoca che il Cristianesimo cadrà in frantumi non è ormai troppo distante. Sarà ancora più facile per noi distruggere le altre Religioni. Ma è prematuro per ora discutere di questo argomento.

Noi ridurremo il clero e le sue dottrine ad avere così poco posto nella vita, e renderemo la loro influenza così antipatica alla popolazione, che i loro insegnamenti avranno risultati opposti a quelli che avevano una volta.

 

L'assalto del Vaticano.

Quando sarà arrivata l'ora di annientare la Corte papale, una mano ignota, additando il Vaticamo, darà il segnale dell'assalto. Allorquando il popolo, nella sua ira si scaglierà sul Vaticano, noi ci atteggeremo a suoi protettori, per evitare lo spargimento di sangue. Con questo atto penetreremo fino al cuore di tale Corte, e nessuno potrà più scacciarcene finché non avremo distrutto la potenza papale.

 

Il Re di Israeele diventerà il Vero Papa.

Il Re di Israele diventerà il vero Papa dell'universo; il Patriarca della Chiesa Internazionale. Ma finché non avremo compiuto la rieducazione della gioventù, per mezzo di nuove religioni temporanee, per condurla alla nostra, non attaccheremo apertamente le Chiese esistenti, ma le combatteremo con la critica, la quale ha già suscitato e continuerà a suscitare dissensi fra di esse. Genericamente parlando, la nostra stampa denuncerà i governi e le istituzioni dei Gentili, sia religiose che d'altro genere, mediante articoli di ogni specie, spogli di qualunque scrupolo, allo scopo di screditarli al massimo grado, così come noi soli sappiamo fare.

Il nostro governo somiglierà al dio centimane Visnu degli Indiani. Ognuna delle cento mani terrà una delle molle della macchina sociale dello Stato.

Sapremo tutto senza l'aiuto della polizia ufficiale, che è stata così insidiosamente corrotta da noi, da non servire ad altro che ad impedire ai governi dei Gentili di venire a conoscenza dei fatti veri. Il nostro programma persuaderà una terza parte della popolazione a sorvegliare il resto, per un alto senso del dovere ed in base al principio del servizio governativo volontario. Allora non sarà più considerato come un disonore, ma anzi come cosa lodevole fare la spia. D'altra parte, chi porterà notizie false sarà veramente punito, per evitare che l'alto privilegio del rapporto diventi un abuso. I nostri agenti, verranno scelti tanto fra le classi alte che fra le basse. Li prenderemo fra gli amministratori, editori, stampatori, librai, impiegati, operai, cocchieri, lacchè ecc. Questa forza poliziesca, non avrà nessun potere indipendente di azione e nessun diritto di prendere qualsiasi misura di sua iniziativa; quindi il dovere di questa polizia impotente consisterà semplicemente nel fare dei rapporti e delle testimonianze. La verifica dei rapporti, e gli arresti, dipenderanno da un gruppo di ispettori di polizia responsabili. Gli arresti verranno fatti da gendarmi e da guardie di città.

Qualunque persona, che avendone l'incarico, ometta di far rapporto di una mancanza qualsiasi, anche piccola, in fatto di politica, sarà punita per delittuoso occultamento di delitto, se si potrà provare che ne è colpevole.

 

Il Modello del Kahal.

Analogamente devono agire ora i nostri fratelli, devono cioè di loro iniziativa denunciare al Kahal tutti gli apostati, nonché tutte le azioni che potrebbero essere contrarie alla nostra legge. Nel nostro Governo Universale, tutti i sudditi avranno il dovere di servire il nostro sovrano agendo nel modo suddetto. Un'organizzazione come la nostra sradicherà ogni abuso di potere nonché le varie forme di subornamento e di corruzione. Insomma, essa distruggerà tutte le idee con le quali abbiamo contaminato la vita dei Gentili mediante le nostre teorie sopra i diritti del superuomo. Come avremmo potuto raggiungere il nostro intento di creare il disordine nelle istituzioni amministrative dei Gentili, se non con mezzi simili? Fra i più importanti mezzi per corrompere le loro istituzioni, vi è l'uso di quegli agenti che sono in grado, per la loro abilità distruttiva individuale, di contaminare gli altri, svelando e sviluppando le loro tendenze corrotte, quali l'abuso del potere e l'uso sfacciato della corruzione.








Protocollo XVIII



La polizia in azione.

Quando verrà per noi il momento di prendere delle misure speciali di polizia imponendo l'attuale sistema segreto dell'Okhrana  (il più pericoloso veleno per il prestigio dello Stato) susciteremo dei tumulti fittizi fra la popolazione, oppure la indurremo  a mostrare una irrequietezza prolungata, al che riusciremo con l'aiuto di buoni oratori i quali troveranno molti simpatizzanti, ciò che ci fornirà il pretesto per perquisire le abitazioni, nonché di sottoporre le persone a restrizioni speciali, servendoci dei nostri dipendenti che contiamo nella polizia dei Gentili.

 

Cospirazione e delitti.

Siccome la più gran parte dei cospiratori sono spinti sia dalla passione che hanno per la congiura, sia per le chiacchiere, non li toccheremo fin tanto che non li vedremo sul punto di mettersi ad agire contro di noi, e ci limiteremo ad introdurre fra di essi un - per così dire - elemento delatore.

Dobbiamo ricordarci che un potere perde di prestigio ogni qual volta scopre una congiura politica diretta contro di esso. In simile rivelazione è implicita la presunzione della sua debolezza, nonché, cosa ancora più dannosa, l'ammissione dei suoi errori. Dovete sapere che abbiamo distrutto il prestigio dei Gentili regnanti, mediante numerosi assassini privati, compiuti dai nostri agenti, pecore cieche del nostro gregge, che possono essere facilmente indotte a commettere un delitto, purché sia di carattere politico. Obbligheremo i governanti a riconoscere la propria debolezza, coll'introdurre apertamente delle misure speciali di polizia, tipo Okhrana, e così scuoteremo il prestigio del loro potere.

 

La guardia del sovrano di Israele.

Il nostro sovrano sarà protetto da una guardia segretissima, giacché non permetteremo mai che si possa credere possibile una congiura contro il nostro sovrano, che egli non sia in grado di sventare personalmente, o dalla quale egli sia costretto a nascondersi. Se permettessimo che prevalesse un'idea simile,come prevale fra i Gentili, firmeremmo la condanna a morte del nostro sovrano, e se non di lui personalmente, della sua dinastia.

Il nostro sovrano, osservando scrupolosamente le apparenze, userà del suo potere soltanto per il beneficio della nazione, e giammai per il suo bene personale, o della sua dinastia. Con questo severo mantenimento del suo decoro, otterrà il risultato che la sua potenza sarà onorata e protetta dai suoi stessi sudditi. Essi adoreranno la potenza del sovrano, ben sapendo che ad esso è collegato il benessere dello Stato,  perché da esso dipende l'ordine pubblico. Far la guardia al Re, apertamente, equivale ad ammettere la debolezza del suo potere. Il nostro sovrano sarà sempre in mezzo al suo popolo, ed avrà l'apparenza di essere circondato da una folla indiscreta di uomini e donne, che per puro caso, in apparenza, occuperà sempre le file prossime a lui, tenendo così indietro il resto della gente, soltanto per conservare l'ordine.

Questo esempio insegnerà agli altri la padronanza di se stessi. Nel caso che un supplicante fra il popolo, volendo presentargli una domanda, arrivi a farsi strada attraverso la folla, coloro che sono nelle prime file prenderanno la sua petizione e la consegneranno al sovrano alla presenza del supplicante stesso, acciocché ognuno sappia che tutte le petizioni giungono al sovrano e che egli stesso controlla tutti gli affari. Il prestigio del potere deve, per sussistere, occupare una posizione tale che il popolo possa dire: Se il Re solamente potesse sapere! oppure: Quando il Re lo saprà!. Il misticismo che circonda la persona del sovrano svanisce, appena lo si vede attorniato da una guardia di polizia. Quando viene fatto uso di una simile guardia, qualunque assassino con una certa audacia, può considerarsi più forte della guardia, e,  quindi, realizzando la sua forza, basta che egli attenda il momento propizio e potrà assalire il Re. Non predichiamo questa dottrina ai Gentili. Potete constatare voi stessi, il risultato che ha avuto il sistema di circondare di guardie visibili i sovrani dei Gentili.

 

La legge del sospetto.

Il nostro Governo arresterà tutti gli individui che, più o meno giustamente, sospetterà di essere delinquenti politici. Non è prudente che, per timore di giudicare erroneamente qualcuno, si dia l'opportunità di sfuggire alle persone sospette di tali delitti; verso di esse saremo spietati. Si potrà forse, in casi eccezionali, prendere in considerazione alcune circostanze attenuanti a favore di delinquenti comuni, ma non vi possono essere attenuanti per un delitto politico; vale a dire che non esiste giustificazione per un uomo che si lasci trascinare ad occuparsi di politica, cosa che nessuno, fuorché il regnante, ha il diritto di comprendere. Ed invero neppure tutti i governanti sono capaci di comprendere la vera politica.






Protocollo XIX



Il Cane e l'Elefante.

Sarà proibito a tutti di lasciarsi coinvolgere in faccende politiche; ma, d'altra parte, incoraggeremo ogni genere di rapporti e di petizioni sottoponenti all'approvazione del Governo; proposte relative a miglioramenti della vita sociale e nazionale. Con questi mezzi conosceremo gli errori del nostro governo, e le aspirazioni dei nostri sudditi. Risponderemo a questi suggerimenti accettandoli, oppure, se non saranno accettabili, confutandoli con validi argomenti, per dimostrare che la loro realizzazione è impossibile, e basata sopra una concezione miope degli affari.

La sedizione non ha più importanza dell'abbaiare di un cane contro un elefante. In un governo bene organizzato dal punto di vista sociale, ma non dal punto di vista della sua polizia, il cane abbaia contro l'elefante senza comprenderne la forza, ma basta che l'elefante gliela dimostri dandogli una buona lezione, perché tutti i cani smettano di abbaiare. Per togliere al colpevole politico la sua corona di eroismo, lo metteremo al livello degli altri delinquenti, alla pari con i ladri, gli assassini e i più ripugnanti malfattori. Abbiamo fatto il possibile per impedire ai Gentili di adottare questo sistema. Per raggiungere lo scopo ci siamo serviti della stampa, di discorsi in pubblico, e di libri scolastici di storia ingenuamente compilati. Abbiamo così fatto nascere l'idea che ogni assassino politico sia un martire, morto per l'ideale del benessere umano.

Una propaganda così estesa, ha moltiplicato il numero dei liberali ed ha ingrossato le file dei nostri agenti di migliaia di Gentili.






Protocollo XX






Il Programma finanziario.

Oggi mi occuperò del nostro programma finanziario, che ho riservato per la fine della mia relazione, il quanto è il problema più difficile ed anche perché costituisce la clausola finale dei nostri piani. Prima di discuterlo, vorrei rammentarvi ciò che vi ho già accennato, e cioè che tutta la nostra politica si riduce ad una questione di cifre. Quando assumeremo il potere, il nostro governo autocratico eviterà, per il suo interesse personale, di imporre al popolo delle tasse pesanti e terrà sempre presente la parte che deve rappresentare; quella cioè, di un padre, di un protettore. Ma siccome l'organizzazione del governo assorbirà vaste somme di denaro, sarà tanto più necessario di procacciare i mezzi necessari per mantenerla. Quindi dovremo studiare e risolvere questo problema con la massima cura, procurando che il peso delle imposte sia distribuito equamente.

 

Tassazione progressiva della proprietà.

Per mezzo di una finzione legale, il nostro sovrano sarà proprietario di tutti i possedimenti dello Stato (ciò si mette in pratica con la massima facilità). Egli potrà prelevare quelle somme di denaro che saranno necessarie per regolare la circolazione monetaria del Paese. Quindi il metodo più adatto per soddisfare le spese governative sarà la tassazione progressiva della proprietà. Così le imposte saranno pagate senza l'oppressione e la rovina del popolo, e l'ammontare relativo dipenderà dal valore di ciascuna proprietà individuale. I ricchi dovranno comprendere che hanno il dovere di dare una parte della loro soverchia ricchezza al governo, perché questo garantisce loro il possesso sicuro del rimanente, ed inoltre dà loro diritto di guadagnare del denaro onestamente. Dico onestamente, perché il controllo della società impedirà i furti sul terreno legale.

Questa riforma sociale deve essere la prima e più importante del nostro programma, essendo la garanzia principale della pace. Essa non ammette indugi di sorta. La tassazione dei poveri è l'origine di tutte le rivoluzioni, e produce sempre un grave danno al governo, perché questo, forzandosi di estorcere denaro al popolo, perde l'occasione di ottenerlo dai ricchi. La tassazione del capitale farà diminuire le ricchezze dei privati, nelle cui mani le abbiamo lasciate accumulare sino ad ora appositamente, perché i plutocrati agissero da contrappeso ai governi dei Gentili e alle loro finanze. La tassazione progressiva, applicata proporzionalmente alle fortune individuali, produrrà assai più del sistema attuale di tassare ugualmente. Questo sistema è, al momento attuale essenziale per noi, perché genera il malcontento fra i Gentili. ( si noti che la conferenza fu tenuta nel 1901).

 

Per la pace perpetua del mondo.

Il potere del nostro sovrano si baserà principalmente sul fatto, che egli sarà garante dell'equilibrio del potere e della pace perpetua del mondo.

Quindi, per ottenere questa pace, i capitalisti dovranno rinunciare ad una parte delle loro ricchezze, salvaguardando così l'azione del governo. Le spese dello Stato devono essere pagate da coloro che sono meglio in grado di sostenerle, e col denaro che si potrà togliere ad essi. Tale misura farà cessare l'odio delle classi popolari per i ricchi, perché esse vedranno in costoro i necessari sostegni finanziari del governo, riconosceranno in essi, inoltre, i sostenitori della pace e del benessere pubblico. Le classi povere comprenderanno che i ricchi forniscono i mezzi per i benefici sociali.

Per evitare che le classi superiori, vale a dire i contribuenti, si lagnino soverchiamente del nuovo sistema di tassazione, daremo ad esse dei resoconti particolareggiati, esponendo chiaramente il modo in cui il loro denaro viene speso; eccettuato, si capisce, quella parte che sarà impiegata per i bisogni privati del Sovrano e per le esigenze dell'amministrazione. Il Sovrano non avrà alcuna proprietà privata, perché tutto ciò che è nello Stato gli apparterrà. Se al Sovrano fosse concesso di possedere privatamente, sembrerebbe che non sia di sua proprietà tutto ciò che è nello Stato.

I congiunti del Sovrano, eccettuato il suo erede, il quale sarà anch'egli mantenuto a spese del governo, dovranno servire come funzionari governativi, oppure lavorare, allo scopo di conservare il diritto di possedere: il privilegio di essere di sangue reale non concederà loro il diritto di vivere alle spalle dello Stato.

 

Le altre tasse progressive.

Vi sarà una tassa di bollo progressiva su tutte le compravendite, nonché tasse di successione. Qualunque contratto senza il bollo necessario sarà obbligato a pagare al Governo una percentuale sulla tassa dal giorno della vendita. Ogni documento di garanzia del trasferimento di un diritto di una proprietà, ecc., da una persona ad un'altra, dovrà essere portato ciascuna settimana all'ispettore locale delle tasse, unendovi una dichiarazione con nome e cognome del possessore attuale e del precedente, nonché l'indirizzo permanente di ambedue. Simile procedura sarà necessaria per i trasferimenti sorpassanti un certo valore; eccedenti cioè l'ammontare della spesa media giornaliera. La vendita delle cose più necessarie sarà soggetta soltanto ad una marca da bollo di valore stabilito. Calcolate quante volte il valore di una simile tassazione sorpasserà la rendita dei governi Gentili.

 

Il tesoro pubblico.

Lo Stato dovrà tenere in riserva una certa quota di capitale, e nel caso che la rendita proveniente dalla tassazione venisse a sorpassare questa somma specificata, la somma risultante in più dovrà essere rimessa in circolazione. Queste somme in eccesso saranno spese organizzando ogni sorta di lavori pubblici. La direzione di questi lavori dipenderà da un dipartimento governativo, e quindi gli interessi delle classi operaie saranno strettamente collegati a quelli del governo e del loro Sovrano. Una parte di questo denaro soverchio, sarà destinato a premiare le invenzioni e le produzioni. E' di prima importanza impedire che la moneta rimanga inattiva nelle Banche dello Stato, al di sopra di una somma specificata, che possa essere destinata a qualche scopo speciale; perché il denaro è fatto per circolare, e qualunque congestione di denaro ha sempre un effetto dannoso sul corso degli affari dello Stato, giacché la moneta agisce come lubrificante del meccanismo statale, e se il lubrificante si condensa, il funzionamento della macchina si arresta in conseguenza. Il fatto che le cartelle di rendita hanno sostituito la moneta in gran parte, ha creato una congestione simile a quella ora descritta. Le conseguenze di questo fatto sono abbastanza evidenti.

 

Corte dei Conti.

Istituiremo pure un dipartimento per la revisione dei conti, sicché il Sovrano possa in qualunque momento ricevere un rendimento completo delle spese del governo e delle rendite. Ogni rendiconto sarà tenuto rigorosamente al corrente, fuorché quelli del mese in corso e del precedente. L'unica persona che non avrebbe alcun interesse a derubare la Banca dello Stato è il suo proprietario – il Sovrano -. Per questa ragione il suo controllo impedirà qualunque possibilità di perdite o di spese non necessarie. Saranno aboliti i ricevimenti di etichetta, che sciupano il tempo prezioso del Sovrano, e ciò per dargli maggiore opportunità di attendere gli affari dello Stato. Sotto il nostro governo, il Sovrano non sarà circondato da cortigiani, i quali generalmente si pavoneggiano intorno alla sua persona solo per vanità, e si preoccupano esclusivamente dei propri interessi, trascurando, come fanno, il benessere dello Stato.

 

Come creammo le crisi economiche.

Tutte le crisi economiche da noi combinate con tanta astuzia nei paesi dei Gentili, sono state determinate ritirando il denaro dalla circolazione. Lo Stato si è trovato nella necessità per i suoi prestiti di fare appello alle grandi fortune che sono congestionate per il fatto che la moneta è stata ritirata dal governo. Questi prestiti hanno imposto dei pesanti carichi sui governi, obbligandoli a pagare interessi, e così sono legati mani e piedi.

La concentrazione della produzione nelle mani del capitalismo ha prosciugato tutta la forza produttrice del popolo, insieme alle ricchezze dello Stato. La moneta, al momento attuale, non può soddisfare i bisogni della classe operaia, perché non è sufficiente per tutti.

 

Emissione della moneta.

L'emissione della moneta deve corrispondere all'aumento della popolazione, e bisogna considerare i bambini come consumatori di moneta, fino dal giorno della loro nascita. Una verifica della moneta di tanto in tanto è una questione vitale per il mondo intero.

Sapete, io credo, che la moneta aurea è stata la distruzione di tutti gli Stati che l'hanno adottata, perché non poteva soddisfare ai bisogni della popolazione, tanto più che noi abbiamo fatto del nostro meglio, perché fosse congestionata e tolta dalla circolazione. Il nostro governo avrà una moneta basata sul valore della potenza di lavoro del paese; essa sarà di carta, e magari anche di legno. Emetteremo una quantità di moneta sufficiente per ogni suddito, aumentandone la quantità alla nascita di ogni bambino, e diminuendola per la morte di ogni individuo.

 

Bilanci.

I conti governativi saranno tenuti da governi locali separati e da uffici provinciali. Per evitare ritardi nei pagamenti delle spese governative, il Sovrano in persona emetterà ordini regolanti i termini di pagamento di dette somme, mettendo così fine ai favoritismi usati qualche volta dai ministri delle finanze ad alcune istituzioni. I resoconti degli introiti, e delle spese dello Stato, saranno tenuti insieme, perché si possa sempre confrontarli. I piani che faremo per la riforma delle istituzioni di finanza dei Gentili saranno applicati in maniera tale che essi non se ne accorgeranno. Metteremo in evidenza la necessità di riforme, come se dovute alle condizioni di disordine raggiunto dalle finanze dei Gentili. Dimostreremo che la prima ragione di questa cattiva condizione

finanziaria, sta nel fatto che essi iniziano il loro anno finanziario facendo un calcolo approssimativo pel bilancio annuo governativo, l'aumentare del quale aumenta di anno in anno per la ragione seguente: si riesce a stento a far durare le somme assegnate al bilancio governativo annuale sino alla metà dell'anno; quindi si presenta un nuovo bilancio governativo riveduto, e la somma relativa viene spesa generalmente in tre mesi. Dopo questo viene votato un bilancio supplementare, e alla fine dell'anno i conti sono sistemati mediante un bilancio di liquidazione. Il bilancio di un anno è basato sulla spesa totale dell'anno precedente, quindi in ogni anno avviene una deviazione di circa il 50% sulla somma nominale, ed il bilancio annuo alla fine di un decennio è triplicato. Grazie a simile procedura tollerata dai Gentili negligenti, le loro riserve sono state prosciugate. Quindi, quando giunse il periodo dei prestiti, questo periodo vuotò le banche statali, portandole sull'orlo del fallimento.

 

Debito pubblico.

Potete facilmente comprendere, che un'amministrazione delle finanze di questo genere, che abbiamo indotto i Gentili a seguire, non può essere adottato dal nostro governo. Ogni prestito dimostra la debolezza del governo e la sua incapacità a comprendere i propri diritti. Ogni prestito, come la spada di Damocle, pende sulla testa dei governanti, che invece di prelevare certe somme direttamente dalla nazione per mezzo di una tassazione temporanea, vanno dai nostri banchieri col cappello in mano.

 

I prestiti esteri.

I prestiti all'estero, sono sanguisughe che non si possono distaccare dal corpo del governo, finché non cascano da sé, o finché il governo non riesce a sbarazzarsene. Ma i governi dei Gentili non desiderano togliersi di dosso queste sanguisughe; al contrario ne aumentano il numero, ed è perciò che il loro Stato è destinato a morire dissanguato, e per colpa loro. Perché cosa è un prestito all'estero, se non una sanguisuga? Un prestito è un'emissione di cambiale governativa, che implica di pagare un interesse ammontante ad una certa percentuale sulla somma totale di denaro preso in prestito. Se un prestito è al cinque per cento, in venti anni il governo avrà inutilmente pagato, solo per gli interessi, una somma equivalente a quella del prestito. In 4o anni avrà pagato due volte, e in 60 tre volte la somma iniziale, ma il prestito resterà sempre un debito non pagato.

Da questo calcolo, è evidente che simili prestiti, dato l'attuale sistema di tassazione (1901) ,toglieranno fino all'ultimo centesimo al povero contribuente per pagare gli interessi ai capitali stranieri, dai quali lo Stato ha preso in prestito il denaro invece di raccogliere dalla nazione, per mezzo di tasse, la somma necessaria libera da interessi. Fin tanto che i prestiti erano interni, i Gentili non facevano che trasferire il denaro dalle tasche dei poveri in quelle dei ricchi; ma da quando riuscimmo, corrompendo chi di ragione, a far sostituire prestiti all'estero a quelli all'interno, tutte le ricchezze degli Stati affluirono nelle nostre casseforti, e tutti i Gentili principiarono a pagarci ciò che si può chiamare tributo.

A causa della loro trascuratezza nella scienza del governo, a causa della corruzione dei loro ministri, o della loro ignoranza in fatto di finanza, i sovrani Gentili hanno reso i loro paesi debitori delle nostre banche, ad un punto tale, che non potranno mai redimere le loro ipoteche. Dovete comprendere quante fatiche e quante pene abbiamo sopportato per riuscire a produrre un simile stato di affari.

 

I futuri prestiti.

Nel nostro governo, avremo grande cura che non succeda una congestione di denaro e quindi non avremo prestiti di Stato, eccezion fatta di buoni del Tesoro all'uno per cento, per impedire che il pagamento degli interessi esponga il paese ad essere succhiato dalle mignatte. Il diritto di emettere obbligazioni sarà concesso esclusivamente alle ditte commerciali, le quali non avranno nessuna difficoltà a pagare le percentuali con i loro profitti, perché prendono in prestito il denaro per imprese commerciali. Ma il governo non può trarre profitto dal denaro preso in prestito, perché si rende debitore unicamente per spendere ciò che si è fatto imprestare.

 

Lo Stato azionista.

Il nostro Governo comprerà anche azioni commerciali, divenendo così un creditore invece di essere, come ora, un debitore e pagatore di tributi. Questa misura metterà fine all'indolenza e alla negligenza, che ci furono utili fintanto che i Gentili furono indipendenti, ma sarebbero dannose al nostro governo. La vacuità del cervello puramente animale dei Gentili è dimostrata dal fatto che, quando prendevano denaro in prestito da noi con interessi, essi non riuscirono a capire che, ogni somma così ottenuta avrebbero in ultima analisi farla uscire fuori dalle risorse del loro paese, insieme coi relativi interessi. Sarebbe stato assai più semplice di prelevare senz'altro tale denaro dal popolo, senza doverne pagare ad altri gli interessi.

Questo dimostra il nostro genio, ed il fatto che il nostro è il popolo eletto da Dio; siamo riusciti a presentare ai Gentili il problema dei prestiti sotto una buona luce, così favorevole, che essi hanno persino creduto di ricavarne profitto. I nostri conti presuntivi, che produrremo al momento opportuno, che sono stati elaborati con l'esperienza dei secoli, e che ponderavamo mentre i Gentili governavano, differiscono da quelli di costoro, per la loro straordinaria lucidità; e dimostreranno quanto siano benefici i nostri piani. Questi metteranno fine ad abusi come quelli per mezzo dei quali noi siamo divenuti i padroni dei Gentili, e che non possono essere permessi nel nostro dominio. Il nostro bilancio governativo sarà sistemato in modo tale che nessuno, dal regnante in persona all'impiegato più insignificante, potrà stornare la più piccola somma e servirsene per qualsiasi altro uso diverso da quello stabilito, senza essere scoperto. E' impossibile governare con successo senza un piano definitivamente prestabilito .Persino i cavalieri e gli eroi muoiono, quando prendono una strada senza sapere dove conduca, e quando partono per un viaggio, senza essere bene equipaggiati.

 

Per nascondere i nostri intrighi.

I sovrani dei Gentili, che furono, anche col nostro aiuto, indotti a trascurare l'adempimento dei loro doveri governativi per mezzo di rappresentazioni, divertimenti, pompe ed altri svaghi, non furono altro che dei paraventi per nascondere i nostri intrighi.

 

Le relazioni degli esperti.

Le relazioni dei nostri seguaci, che venivano mandati a rappresentare il Governo nei suoi doveri pubblici, furono compilate dai nostri agenti. In ogni occasione queste relazioni riuscirono gradite alle menti poco accorte dei Sovrani, perché erano sempre accompagnate dai vari suggerimenti per future economie. Essi avrebbero potuto domandarci come fosse possibile far economie mettendo nuove tasse; ma non chiesero nulla. Voi sapete in quali condizioni di caos finanziario si sono ridotti per colpa loro, con la loro negligenza e il nostro aiuto. Essi hanno finito per fallire malgrado le ardue fatiche dei loro sudditi, fatte a nostro esclusivo vantaggio.






Protocollo XXI




Prestiti interni.

Aggiungerò ora qualche parola a ciò che vi dissi nella nostra ultima assemblea, e vi farò una spiegazione dettagliata dei prestiti all'interno.

Ma non discuterò ulteriormente i prestiti all'estero, perché essi hanno riempito i nostri forzieri di denaro tolto ai Gentili ed anche perché il nostro governo universale non avrà vicini esteri dal quale esso possa prendere a prestito. Ci siamo serviti della corruzione degli amministratori, e della negligenza dei sovrani Gentili, per raddoppiare e triplicare il denaro imprestato da noi ai loro governi, e del quale in realtà non abbisognavamo.

Chi potrebbe fare altrettanto a noi? Quindi mi occuperò solo dei prestiti all'interno.  Quando il governo annunzia un prestito di questo genere, apre una sottoscrizione per i certificati relativi. Questi, perché siano alla portata di tutte le borse, saranno di tagli piccolissimi. I primi sottoscrittori potranno comprare sotto alla pari. Il giorno seguente il prezzo dei titoli viene alzato, per dare l'impressione che tutti desiderano comprarli.

 

Passività.

Nel corso di pochi giorni le casseforti dell'erario sono colme del denaro che è stato sottoscritto in più. (perché continuare ad accettare denaro per un prestito già soverchiamente sottoscritto?) La sottoscrizione ha evidentemente sorpassato di molto la somma richiesta; in questo consiste tutto il risultato; evidentemente il pubblico ha fiducia nel governo!

Ma quando la commedia è finita, rimane il fatto che vi è un grosso debito, e che per pagare gli interessi il governo deve ricorrere ad un nuovo prestito, il quale alla sua volta non annulla il debito dello Stato; ma anzi lo aumenta. Quando la capacità governativa di prendere in prestito è esaurita, gli interessi dei nuovi prestiti debbono essere pagati con nuove tasse; le quali non sono altro che un passivo per coprire un altro passivo.

 

Conversioni.

Allora viene il periodo di conversione dei prestiti; ma dette conversioni non fanno che diminuire la quantità dell'interesse da pagare, senza cancellare il debito. Inoltre si possono fare soltanto con il consenso dei creditori. I governi, quando danno l'avviso di queste conversioni, accordano ai creditori il diritto di accettarle, o di essere rimborsati dei loro denari se non desiderano accettarle; ma se ognuno reclamasse il proprio denaro, i Governi sarebbero presi nella propria rete, e non potrebbero rimborsare tutto il denaro. Fortunatamente, i sudditi dei governi Gentili non si intendono molto di finanza, ed hanno sempre preferito di subire un ribasso nel valore dei loro titoli ed una diminuzione di interessi, piuttosto che rischiare un nuovo investimento. Così hanno spesso dato la possibilità ai loro governi di sbarazzarsi di un debito, che probabilmente ammontava a parecchi milioni. I Gentili non oserebbero fare una cosa simile con i prestiti all'estero, ben sapendo che in tal caso noi tutti richiederemmo il rimborso del nostro danaro.

 

Bancarotta.

Con un'azione simile, il governo dichiarerebbe apertamente il suo fallimento, e ciò dimostrerebbe chiaramente al popolo che i suoi interessi non hanno nulla in comune con quelli del suo governo.

Desidero di fermare la vostra attenzione in modo speciale su quanto ho detto, ed anche sul seguente fatto, che attualmente tutti i prestiti all'interno sono consolidati dai cosiddetti prestiti temporanei; vale a dire da debiti a breve scadenza, formati dal denaro depositato nelle Banche dello Stato e nelle Casse di Risparmio. Questo denaro, essendo a disposizione del Governo per un periodo di tempo considerevole, serve a pagare gli interessi dei debiti all'estero, ed il Governo deposita nelle Banche, invece di esso, dei Titoli di Stato, i quali coprono tutti i deficit nelle casseforti dei governi dei Gentili.

 

Soppressione delle Borse.

Quando il nostro sovrano sarà sul suo trono mondiale, tutte queste scaltre operazioni finanziarie svaniranno. Distruggeremo il mercato dei valori pubblici, perché non permetteremo che il nostro prestigio sia scosso dal rialzo o ribasso dei nostri titoli, il cui valore sarà stabilito per legge alla pari, senza possibilità alcuna di qualsiasi variazione di prezzo. Il rialzo origina il ribasso, ed è per mezzo dei rialzi che abbiamo cominciato a discreditare i titoli dei Gentili. Alle Borse sostituiremo enormi organizzazioni governative, che avranno il dovere di tassare le imprese commerciali, in quel modo che il governo crederà opportuno. Queste istituzioni saranno in grado di gettare sul mercato milioni e milioni di azioni commerciali, o di comperarle in un solo giorno. Quindi tutte le imprese commerciali dipenderanno da noi, e vi potete immaginare quale forza sarà la nostra!






Protocollo XXII



La Potenza dell'Oro.

Con tutto quello che ho detto sino ad ora, ho cercato di farvi un quadro del vero mistero degli avvenimenti attuali nonché dei passati, i quali scorrono tutti nel fiume del destino; e se ne vedranno le conseguenze nel futuro prossimo. Vi ho mostrato i nostri piani segreti, per mezzo dei quali agiamo sui Gentili, non ché la nostra politica finanziaria. Devo aggiungere ancora solo poche parole. Nelle nostre mani, è concentrata la più grande potenza del momento attuale, vale a dire la potenza dell'Oro. In due soli giorni possiamo estrarre qualsiasi somma dai depositi segreti dei nostri tesori.

Il nostro regno è voluto da Dio.

E' ancora necessario per noi provare che il nostro regno è voluto da Dio?

E' possibile che, possedendo così vaste ricchezze non riusciamo a dimostrare che tutto l'oro da noi ammassato in tanti secoli, non aiuterà la nostra vera causa per il bene, cioè per il ripristino dell'ordine sotto il nostro regime? Forse bisognerà ricorrere in certa misura alla violenza; ma tale ordine sarà certamente ristabilito. Dimostreremo di essere i benefattori che hanno restituito la libertà e la pace al mondo torturato: Offriremo al mondo questa possibilità di pace e di libertà, ma certamente ad una condizione sola, e cioè che il mondo aderisca strettamente alle nostre leggi. Inoltre faremo chiaramente comprendere a tutti, che la libertà non consiste nella dissolutezza, né nel diritto di fare ciò che si vuole.

Dimostreremo pure che né la posizione, né il potere danno ad un uomo il diritto di propugnare principi perniciosi, come ad esempio la libertà di religione, l'uguaglianza o idee simili. Renderemo inoltre ben chiaro, che la libertà individuale non dà il diritto a chicchessia di eccitarsi o di eccitare altri, facendo dei discorsi ridicoli alle masse turbolente. Insegneremo al mondo che la vera libertà consiste unicamente nell'inviolabilità di persona, di domicilio e di proprietà, per chiunque aderisce onestamente a tutte le leggi della vita sociale. Insegneremo che la posizione di un uomo sarà in relazione al concetto che egli ha dei diritti altrui, e che la sua dignità personale deve vietargli fantasticherie verso sé stesso.

 

Nessuno oserà avvicinarsi alla nostra potenza.

La nostra potenza sarà gloriosa, perché sarà immensa e regnerà e guiderà e certamente non darà ascolto ai caporioni popolari, o a qualunque altro oratore vociferante parole insensate, alle quali si attribuisce l'altisonante titolo di "principi elevati", mentre non sono altro che utopie. La nostra potenza sarà l'organizzazione dell'ordine in cui consiste la felicità dei popoli. Il prestigio di questa potenza sarà tale, che avrà l'adorazione mistica, non ché la soggezione di tutte le nazioni. Una potenza vera non si piega ad alcun diritto, neanche a quello di Dio: Nessuno oserà avvicinarsi ad essa allo scopo di toglierle sia pure un briciolo della sua forza.






Protocollo XXIII



Contro il lusso.

Perché il popolo si abitui all'ubbidienza, deve essere educato alla modestia e alla moderazione; quindi diminuiremo la produzione degli oggetti di lusso. Con questi mezzi introdurremo per forza la moralità, che ora viene corrotta dalla continua rivalità generata dal lusso. Patrocineremo le industrie casalinghe, per danneggiare le fabbriche private. La necessità di tali riforme è anche nel fatto che i padroni di grandi fabbriche private, spesse volte incitano, forse anche inconsciamente, i loro operai contro il governo. La popolazione impiegata nelle industrie locali non conosce il significato delle parole: Senza lavoro; e questo fa si che essa è attaccata al regime esistente e la invoglia ad appoggiare il governo. La disoccupazione è il più grande pericolo per il Governo; essa avrà servito al nostro scopo appena, per mezzo suo, saremo giunti al potere.

 

Contro l'alcoolismo.

L'ubriachezza sarà pure proibita, e considerata un delitto contro l'umanità e come tale punita, perché sotto l'influenza dell'alcool l'uomo somiglia alla bestia. Le nazioni si sottometteranno ciecamente soltanto ad una potenza forte che sia totalmente indipendente da esse e nelle cui mani esse vedano scintillare una spada che serva come arma di difesa contro tutte le insurrezioni sociali. Perché dovrebbero desiderare che il loro sovrano abbia l'anima di un angelo? Anzi, esse devono vedere in lui la personificazione della forza e della potenza: Deve sorgere un regnante che sostituisca i governi esistenti, viventi sopra una folla che abbiamo demoralizzato con le fiamme dell'anarchia. Questo regnante dovrà anzitutto spegnere queste fiamme, che senza tregua sprizzano da ogni lato.

Per raggiungere questo scopo, egli dovrà distruggere tutte le società che possono dare origine a queste fiamme, anche a costo di annegarle nel loro proprio sangue. Egli dovrà costituire un esercito bene organizzato, che lotterà energicamente contro l'infezione anarchica che può avvelenare il corpo del governo.

 

L'Eletto di Dio.

Il nostro Sovrano sarà prescelto da Dio, e consacrato dall'alto allo scopo di distruggere tutte le idee influenzate dall'istinto e non dalla ragione, da principi brutali e non dall'umanità. Al momento attuale questi concetti prevalgono con grande successo, e le conseguenze sono i furti e la violenza, compiuti sotto lo stendardo del diritto e della libertà. Queste idee hanno distrutto tutte le organizzazioni sociali, conducendo così al Regno del Re di Israele, Ma la loro azione nefasta sarà finita appena il regno del nostro Sovrano comincerà. Allora le spazzeremo via tutte, perché sulla strada del nostro Sovrano non possa esservi del fango. Allora potremo dire alle nazioni: Pregate Iddio e prosternatevi a Colui che porta il segno della predestinazione del mondo, di cui Iddio in persona ha guidato la stella, affinché nessuno fuorché Lui potesse liberare l'umanità da ogni peccato.





Protocollo XXIV



La dinastia di Davide.

Ora parlerò del mezzo di cui ci serviremo per rafforzare la Dinastia di Davide, affinché essa possa durare fino al giorno del giudizio finale.

Il nostro modo di rendere sicura la dinastia consisterà, in massima, nell'applicazione dei medesimi principi che hanno posto il maneggio degli affari del mondo nelle mani dei nostri Savi; cioè la direzione e l'educazione dell'intera razza umana. Diversi membri del seme di Davide prepareranno i Re ed i loro Successori, i quali saranno eletti non per diritto ereditario, ma per la loro capacità individuale. Questi successori saranno iniziati ai nostri misteri segreti politici, ed ai nostri piani di governo, avendo massima cura perché nessun altro possa averne conoscenza. Queste misure saranno necessarie perché tutti sappiano che sono degni di regnare solamente gli iniziati ai misteri dell'alta politica. Solo a tali uomini sarà insegnata l'applicazione pratica dei nostri piani, servendosi dell'esperienza di molti secoli. Saranno iniziati alle conclusioni dedotte dalle osservazioni sul nostro sistema politico ed economico, non ché a tutte le scienze sociali.

Insomma, apprenderanno il vero spirito delle leggi che sono state stabilite dalla natura per governare l'umanità.



I successori.

I successori diretti del Sovrano saranno scartati, se durante la loro educazione daranno prova di essere frivoli o di cuore mite, oppure qualora mostrino qualche altra tendenza che potrebbe essere deleteria al loro potere, che potrebbe renderli incapaci di governare, o anche essere pericolosa al prestigio della Corona. Solamente agli uomini capaci di governare con fermezza, benché forse con crudeltà, saranno affidate le redini del governo dai nostri Anziani. In caso di malattia o di perdita di energia, il nostro Sovrano sarà costretto a cedere le redini del governo a quelli della sua famiglia che avranno dimostrato di essere più capaci di lui. I progetti immediati del Re, e tanto più quelli per il futuro, non saranno conosciuti neanche dai suoi più intimi Consiglieri. Solamente il nostro Sovrano, ed i Tre che lo avranno iniziato, conosceranno il futuro.

 

Il Re Destino.

Nella persona del Sovrano, che regnerà con una volontà incrollabile, controllando se stesso come l'umanità, il popolo vedrà, per così dire, il destino personificato e le sue vie umane. Nessuno conoscerà i fini del Sovrano quando emetterà i suoi ordini, quindi nessuno oserà ostacolare il suo misterioso cammino. S'intende che il Sovrano dovrà essere capace di eseguire i nostri piani: Quindi non salirà al trono fino a che la sua intelligenza non sarà stata accertata dai nostri savi.

Perché tutti i sudditi amino e venerino il loro Sovrano, egli dovrà spesso parlare in pubblico. Questo farà armonizzare le due potenze, vale a dire, quella della popolazione e quella del regnante, che abbiamo scisso nei paesi Gentili, facendo sì che si temessero vicendevolmente: questo noi facemmo perché queste due potenze, una volta scisse, cadessero sotto la nostra influenza.

I Requisiti morali del Re di Israele.

Il Re di Israele non deve essere sotto l'influenza delle sue passioni, specie di quelle dei sensi. Egli non deve permettere agli istinti animali di avere il sopravvento sullo spirito. La sensualità, più di qualunque altra passione, distrugge sicuramente tutte le forze mentali e di preveggenza; essa distrae il pensiero degli uomini verso il lato peggiore della natura umana.

Il Sostegno dell'Universo nella persona del Regnante Mondiale, germogliato dal Seme Santo di Davide, deve rinunciare a tutte le passioni  personali per il bene del suo popolo. Il nostro Sovrano deve essere irreprensibile.







firmato dai rappresentanti di Sion del 33° grado.
Dall'Epilogo di Sergyei Nilus-1905-



Questi appunti furono tolti clandestinamente da un grande libro di appunti per conferenze, trovati nella cassaforte del Quartier generale della Società di Sion, che attualmente è in Francia.

La Francia obbligò la Turchia a concedere vari privilegi alle scuole ed alle istituzioni religiose di tutte le denominazioni, che saranno sotto il protettorato del corpo diplomatico francese in Asia Minore. Naturalmente non sono comprese in queste le scuole e le istituzioni cattoliche, che furono espulse dalla Francia dai governi passati. Questo fatto dimostra semplicemente che la diplomazia della scuole di Dreyfus si preoccupa soltanto di proteggere gli interessi di Sion, e lavora per la colonizzazione dell'Asia Minore per mezzo di Ebrei francesi. Gli ebrei hanno sempre saputo raggiungere l'intento per mezzo di coloro che il Talmud chiama i loro "Bruti lavoratori"; parola che indicano i Gojm o Gentili in genere.

Secondo gli archivi del Sionismo ebraico segreto, Salomone ed altri dotti Ebrei, sin dal 929 avanti Cristo, studiarono in teoria un progetto per la conquista pacifica dell'intero universo da parte di Sion. Mentre la storia si svolgeva, questo progetto fu studiato in tutti i suoi particolari e completato da uomini che erano successivamente iniziati a questo problema. Questi Sapienti decisero di conquistare il mondo per Sion adoperando mezzi pacifici, e cioè con l'astuzia del serpente simbolico, la cui testa doveva rappresentare gli iniziati ai piani della Amministrazione Giudaica, ed il corpo il popolo ebraico. L'Amministrazione fu sempre tenuta segreta, persino alla stessa nazione ebraica. Questo serpente, penetrando a mano a mano nel cuore delle nazioni che incontrava, scalzò e divorò tutto il potere non Ebraico di questi Stati.

E' predetto che il serpente deve continuare il suo lavoro seguendo esattamente il piano prestabilito, finché il cerchio non rinserri completamente l'Europa e il Mondo intero. Questo compito si condurrà a termine soggiogando ogni paese con la conquista economica, e abbattendo il potere di tutti i Sovrani d'Europa, per mezzo di crisi economiche e di distruzioni di massa; della demoralizzazione spirituale e della corruzione morale. I Direttori della Causa Sionista formano una specie di casta religiosa, costituita di ardenti seguaci della Legge Mosaica e degli statuti del Talmud. Un abbozzo del percorso del serpente simbolico, è il seguente: La sua prima tappa in Europa avvenne nel 429 a.C., in Grecia, dove, all'epoca di Pericle, esso divorò la potenza di quel paese. La seconda fu a Roma, al tempo di Augusto, nel 69 a.C. La Terza a Madrid, al tempo di Carlo V nel 1552; la quarta a Parigi, nel 1700 circa,a l tempo di Luigi XIV. La quinta a Londra dal 1814 in poi, dopo la caduta di Napoleone. La sesta a Berlino, dopo la guerra Franco- Prussiana. La settima a Pietroburgo, su cui è disegnata la testa del serpente, con la data 1881.

Attualmente tutti gli sforzi del Serpe sionista sono concentrati sulla Russia e sulle città di Mosca, Kiev e Odessa, centri attuali della Razza Ebraica militante. Su questa carta, Costantinopoli è segnata come l'ultima tappa nel corso del serpente, prima che esso raggiunga Gerusalemme.

Ciò fa pensare che anche l'Impero Ottomano è nelle loro mire.

Il serpente deve percorrere ancora un breve tratto per completare il suo corso, unendo la testa alla sua coda. Per facilitare il corso del Rettile, Sion  prese le seguenti misure, allo scopo di rimodellare la società e di convertire le classi operaie. Anzitutto la razza Ebraica fu organizzata in maniera tale che nessuno vi potesse entrare, e quindi svelarne i segreti. Viene presupposto che Dio stesso abbia detto agli ebrei che essi sono destinati a governare su tutta la terra, in forma di un Regno invisibile di Sion. E' stato insegnato loro che sono la sola razza umana, e che tutte le altre sono destinate a rimanere bestie da lavoro e schiavi degli Ebrei; e che lo scopo ebraico deve essere la conquista del mondo e l'erezione del Trono di Sion sull'universo.

Agli Ebrei viene insegnato che essi sono dei Super- uomini e che si devono mantenere distinti dalle altre nazioni. Queste teorie hanno ispirato loro il concetto di auto glorificazione, espressa in opere come Gobayon, Eben Gaizar, Ebamot, Ketubat ,Sanudrip, Kadushin; perché per diritto sono i Figli di Dio, e possono trattare tutti i Gentili come se fossero delle bestie, create unicamente per servire gli Ebrei, che possono farne ciò che vogliono. Secondo le leggi ebraiche, tutti i maltrattamenti fatti subire ai Gentili sono perdonati nel giorno del Capodanno Ebraico, in cui gli ebrei ricevono anche il permesso di peccare, nello stesso modo, durante l'anno entrante. Per eccitare l'odio contro dei loro contro tutti i Gentili, i capi degli Ebrei agiscono da agenti provocatori durante le agitazioni anti semitiche, permettendo ai Gentili di scoprire alcuni segreti del Talmud.

Secondo la loro opinione, gli Ebrei hanno già raggiunto la posizione di Super- Governo Mondiale ed ora possono togliersi la maschera. La fine delle libertà nazionali è prossima, e quindi anche la libertà individuale cesserà. Coloro che hanno orecchi ascoltino!





 
HENRY FORD e i " PROTOCOLLI ".

Henry Ford, autore de : "L'Ebreo Internazionale", fu il precursore dell'anti giudaismo in America, e il suo giornale, Dearbon Indipendent, condusse una delle più formidabili e documentate campagne contro l'asservimento degli Stati Uniti, compiuto dagli ebrei, che, durante e dopo la guerra europea del 1914- 1918, avevano trasportato in America il loro quartier generale. Fu proprio la Kehilla di New York, che lui aveva scoperto e denunziato, come più potente organizzazione mondiale ebraica, al servizio del Kahal o Super governo ebraico mondiale, a decretarne la rovina o la ritrattazione.

Ford dovette scegliere: o la perdita completa del suo poderoso organismo industriale, o capitolare incondizionatamente. La campagna di Ford durò solo 18 mesi, e non gli servì a nulla di avere smesso. Fu preso di mira il sistema della sua produzione industriale, poi i suoi metodi sociali. La campagna anti-fordista divenne mondiale e si avvalse di libri e articoli a catena; tutti di fonte ebraica. Gli ebrei non gli perdonarono le sue rivelazioni e, soprattutto, di aver pubblicato in America I Protocolli dei Savi Anziani di Sion.

Ford capitolò completamente, proprio durante l'applicazione di quei codici Roosveltiani, che Fiorello la Guardia dichiarò essere la Legge ebraica inquadrata nella legge americana. La pubblica dichiarazione di Ford fu di completa sconfessione del suo passato e di piena esaltazione del Giudaismo. La vendetta dell'Ebreo Internazionale non poteva essere più feroce: il maggior antisemita americano capitolò per effetto della Legge ebraica inquadrata nella legge americana.

Non diversamente la vendetta ebraica trionfò anche contro i giornali che avevano portato avanti la campagna anti- giudaica: la Vieille France, che dovette cessare le pubblicazioni e la Morning Post, che fu letteralmente spazzata via.

Ma ovviamente, i Protocolli dei Savi Anziani di Zion erano, sono, e restano solo  un cumulo di  assurde menzogne antisemite : come non convenirne?



Mauro Likar


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